L’Italia ha ottenuto una vicepresidenza esecutiva all’interno della Commissione europea. Una vittoria per la nostra Nazione, che torna ad avere un ruolo di primo piano nei consessi internazionali. Un ruolo pian piano riconquistato da quando Giorgia Meloni ha varcato la soglia di Palazzo Chigi, nell’ottobre del 2022. Il segreto è stato quello di dare ascolto a ciò che i cittadini esprimevano: portare a Bruxelles il cambiamento che tramite il voto i popoli europei hanno richiesto ai loro rappresentanti. E malgrado il tentativo di ristabilire l’asset della politica europea a sinistra, con annesso mantenimento dello status quo quarantennale, pian piano la forza dei risultati elettorali e delle richieste dei cittadini stanno avendo la meglio, con i Conservatori che stanno ottenendo sempre maggiore spazio.
Ciò che l’Italia merita
Se Fitto, dunque l’Italia, ha ottenuto un ruolo di peso, però, è anche merito della rivendicazione di ciò che la nostra Nazione è per l’Europa. “Nella definizione della Commissione europea – ha spiegato Giorgia Meloni ieri ospite a Cinque Minuti – vale il peso delle Nazioni. E noi dobbiamo ricordarci qual è il ruolo dell’Italia: è un Paese fondatore dell’Unione europea, la terza economia, la seconda manifattura, il terzo paese per numero di abitanti”. È l’importanza dell’Italia ad aver avuto la meglio, ed è per l’Italia che la classe dirigente dovrebbe lavorare, al di là delle normali e, anzi, sacrosante divisioni tra partiti in fatto di politica interna: “Sbaglia – ha tuonato la premier – chi pensa che le dinamiche dei partiti in Europa debbano contare più della forza degli Stati membri. Sbaglia chi eventualmente in passato avesse preferito altre logiche rispetto a far valere la forza della Nazione”.
Coesione e Pnrr
Il nuovo ruolo di Fitto è importantissimo per l’Italia: sarà vicepresidente esecutivo con deleghe alla Coesione e alle riforme. Vuol dire gestire i più importanti piani di investimenti su cui punta l’Unione: le politiche di Coesione, dunque i Fondi di Sviluppo e Coesione con cui l’Europa investe nei vari Stati membri per ridurre il divario territoriale tra le varie Nazioni e che tanto bene stanno facendo all’Italia, grazie anche alla nuova gestione adoperata dall’esecutivo, con gli accordi siglati con le singole Regioni su progetti ben definiti, in modo da non sperperare risorse (che tornerebbero, in caso di mancata spesa, al mittente) e indirizzare i progetti in una direzione univoca. Un progetto che vale 394 miliardi, dei quali all’Italia spettano circa 47, fino al 2027. Dal 2028 poi ci sarà la nuova programmazione, dunque presumibilmente gestita interamente da Fitto. Il ministro gestirà anche il Pnrr, che vale 648 miliardi di euro. Ed è inutile ribadire quanto l’Unione punti su quel Piano. Fitto lo gestirà insieme al commissario Dombrovskis, vecchio vicepresidente che aveva, come suo subordinato, Paolo Gentiloni. Ora la scelta della nuova Commissione prevede un ribaltamento dei ruoli, con Fitto vicepresidente e Dombrovskis ad affiancarlo nella gestione del Pnrr: un’ulteriore dimostrazione di fiducia nell’Italia.
Le altre materie
Essendo poi vicepresidente, Raffaele Fitto si ritroverà a coordinare il lavoro di altri commissari, nelle seguenti materie: agricoltura, trasporti, turismo, pesca ed economia del mare. Tutte materie – si capirà – fondamentali per gli interessi della nostra Nazione: conosciamo l’importanza dell’agricoltura e quanto bene l’Italia ha gestito il tema negli ultimi mesi, specialmente nel confronto con gli altri Stati europei che invece hanno subito l’ondata di proteste degli agricoltori. L’economia del mare, poi, con il Governo Meloni che, come ribadito dalla premier, è stato “il primo governo che in Italia ha istituito un ministero che si occupava di mare”. E ancora turismo, fondamentale motore economico per alcune aree della nostra Nazione; trasporti, con la forte necessità di collegare le varie aree del Paese (materia che dunque ben si lega con la delega alla Coesione); pesca, che il Masaf spinge verso una corretta e giusta equiparazione con l’agricoltura.
Il monito di Meloni ai dem: “Prevalga l’interesse nazionale”
Le deleghe e le materie di pertinenza di Fitto, si spera possano essere comprese anche dalle opposizioni. Comprese in quello che valgono per l’Italia: un’opportunità storica per la nostra Nazione di gestire fondi e affrontare tematiche cruciali. “Dobbiamo ricordare – ha detto Meloni – che Raffaele Fitto non è il commissario di Fratelli d’Italia o il commissario del governo, ma è il commissario italiano. E poiché le forze politiche tutte hanno una loro influenza, in Europa fa la differenza la nostra compattezza”. Dunque il Presidente del Consiglio ha richiamato all’unità delle forze politiche nel conseguire l’interesse nazionale. Negli ultimi giorni, infatti, molto si è discusso sul possibile voto contrario della sinistra a Raffaele Fitto: con grillini e Avs che hanno già annunciato il voto contrario, il Pd si dice ancora in attesa della linea da seguire. “Nel gruppo dei socialisti – ha detto Meloni –, la delegazione di maggioranza relativa sono gli italiani. Escludo che il partito socialista europeo possa prendere sul commissario italiano una posizione diversa da quella che indica la delegazione italiana, che anche la più rappresentativa”. Il messaggio della premier al Pd è chiaro: non possono esserci scuse per i dem, il voto a Fitto dimostrerà se loro combattono per gli interessi italiani o decidono di sacrificarli in nome di meri calcoli politici. Perché, ha concluso la premier, “quando si ci muove fuori dai confini nazionali, ci si muove facendo prevalere l’interesse nazionale all’interesse di partito”.