Il cambio dei vertici della Rai avvenuto nelle ultime settimane e l’abbandono dell’azienda di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto – insieme alla conduzione di Che tempo che fa – e di Lucia Annunziata, conduttrice di Mezz’ora in più hanno generato polemiche.
In particolare sia il PD, sia alcuni organi di stampa, a più riprese, hanno mosso al Governo Meloni diverse accuse: in primo luogo, all’esecutivo è stato imputato di occupare e lottizzare l’azienda del servizio pubblico e di non garantire il pluralismo, effettuando addirittura delle operazioni di censura.
Questo è ovviamente falso. Si tratta di illazioni che provengono da parte di una sinistra incapace di accettare che non può più continuare ad occupare militarmente l’azienda del servizio pubblico, come ha fatto negli ultimi decenni: addirittura, nella scorsa legislatura, per la prima volta, l’unico partito di opposizione è rimasto fuori dal CdA della Rai.
Oggi la sinistra vorrebbe indebitamente continuare ad imporsi nel servizio pubblico, nonostante il Parlamento ed il Governo abbiano tutt’altro colore politico, reclamando una superiorità morale ed intellettuale, che consentirebbe loro di decidere a prescindere sui ruoli di vertice della Rai.
Infatti, il Governo Meloni ha agito legittimamente in tema di nomine dei nuovi vertici Rai: peraltro, si sottolinea che con il cambio di dirigenza in Viale Mazzini, si vuole a dare il via al nuovo corso della Rai e a restituirle dignità, programmazione e prospettive di crescita e sviluppo: si è deciso di puntare sul merito, sulla professionalità e sulla competenza.
La Rai è un’azienda culturale strategica che necessita di ripartire dopo anni di immobilismo, potendo contare su profili di altissimo spessore e riconosciuta competenza nel mondo della televisione e dei media: il nuovo Amministratore Delegato Roberto Sergio e il nuovo Direttore Generale Giampaolo Rossi sono entrambi manager dal curriculum inattaccabile e vantano un’approfondita conoscenza dell’azienda, frutto di un’esperienza interna di lungo corso, che è una dote necessaria per governare al meglio un meccanismo complesso come la concessionaria di servizio pubblico.
Gli apicali e i nuovi direttori delle testate e di genere sono tutte figure capaci di garantire pluralismo e qualità alla Rai: caratteristiche essenziali venute meno negli ultimi anni.
L’idea alla base del cambiamento non è quella di sostituire un intollerante sistema di potere con una altro. Anzi, l’idea è quella di creare un sistema plurale e basato sul merito, che dia spazio a tutti in base al valore che dimostrano e alla meritocrazia.
Peraltro, per quanto concerne Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Lucia Annunziata non vi sono state epurazioni e pressioni nei loro confronti: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno il contratto in scadenza già da un anno – quindi, da prima che questo Governo effettuasse le sue nomine – e la dirigenza Fuortes non si è preoccupata di rinnovarlo.
Mentre, Lucia Annunziata ha deciso di lasciare, nonostante la sua trasmissione e il suo ruolo nella trasmissione fossero comunque confermati anche per il prossimo autunno.
Dunque, con le nuove nomine la Rai smetterà di essere appannaggio solo di alcuni e tornerà, finalmente, ad essere di tutti.
Oggi domenica 11 giugno speravo di non trovarmi davanti il simpatico (?) faccione della santissima Lucia sulla 3, poiché ne era stato comunicato il suo ‘espatrio’ da Mamma RAI. Ma purtroppo la “Annunciata”‘ dipartita pare rinviata a fine mese: forse l’Arcangelo Gabriele ha anticipato troppo i tempi? Pazienza, vorrà dire che brinderò fra una ventina di giorni. Molto meglio invece per il circo tragico-pseudo-comico-clownesco del duo F.F.+L.L. che, da un programma che avrebbe potuto essere utile per le Previsioni del tempo (novelli Bernacca?) avevano invece eretto un pulpito sottratto tempo fa a Sasso Marconi per i loro ‘fazio.si’ sermoni politici. NESSUNO LI HA CACCIATI MA NELLA DEMOCRAZIA CI STAVANO STRETTI. Ora, con gli esorbitanti compensi percepiti dalle nostre tasche, tutti e tre più la pletora di loro seguaci ed imitatori, potranno fondare una ‘sana’ università rossa filiale di quella cinese o russa o nord-cambogiana. Io ho tanto spumante in cantina!
La dipartita di alcuni agit-prop militanti della sinistra dalla RAI, che avvenga “motu proprio” o in modo “spintaneo” è in ogni modo benedetta. Personalmente non ne potevo più delle prediche di regime impartite quotidianamente con ingnoranza e presunzione da personaggi faziosi (…) al di là di ogni decenza, senza rispetto per chi per sua disgrazia avesse idee diverse o semplicemente non sposasse i dogmi della sinistra.
Amen.
Il problema della RAI in ogni modo permane nei suoi aspetti di fondo, che a modo mio sono:
a) una azienda con un costo esorbitante, fuori dal mercato, carica di eccessivi dipendenti, sedi, attività pletoriche e prive di interesse per la maggioranza del pubblico
b) la copertura di tale costo, fuori da ogni logica di mercato, con ogni mezzo: un volume di pubblicità paragonabile a quello messo in onda da privati, e in più le tasse a carico dei cittadini che possiedono un televisore o semplicemente un device informativo che acceda alle reti
c) un sistema di governo che, pur benvenuta l’alternanza, permette a chi governa di disporre come crede del servizio pubblico. L’abbiamo visto con la sinistra, ora noi promettiamo di comportarci meglio, ma il sistema è sempre quello.
Intanto che aspettiamo da questo governo una sana iniezione di professionalità e spirito di servizio pubblico, pensiamo anche in prospettiva:
Con affetto.
Alessandro