Ecocidio, l’ultima follia green UE. Lollobrigida: “Rimettere al centro l’agricoltore”

Ieri, mentre Bruxelles era di fatto assediata dagli agricoltori che in alcuni casi hanno addirittura impedito a membri della Commissione di accedere ai propri uffici, segno inequivocabile dell’esasperazione dei contadini europei, il Parlamento europeo dava approvazione a due leggi particolarmente pericolose per il comparto agricolo di tutta Europa, figlie delle derive green cui i socialisti europei ci hanno abituato in questi anni. È stata infatti approvata ieri una delle misure più controverse del Green Deal voluto dal commissario olandese Franz Timmermans: quello sul ripristino della natura. Passa con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astenuti, nonostante durante la prima lettura non sembrava esserci neppure una maggioranza a supporto della proposta, osteggiata anche dal Partito popolare, che pure aveva sottoposto il Parlamento alla votazione di una proposta di reiezione del provvedimento. A quanto pare, però, la norma ha trovato appoggio, oltre che dai socialisti, proprio da alcuni popolari.

Il ripristino prevede che entro il 2030 gli Stati membri dovranno ristabilire il 30% degli habitat contemplati nella legge, percentuale che aumenta al 60% nel 2040 e al 90% nel 2050. In pratica, in nome della biodiversità (su cui, comunque, l’Italia può vantare un primato mondiale), vengono messi a rischio chilometri di terre coltivabili, che rischiano di ritornare paludose dopo che generazioni di agricoltori hanno lavorato per la loro bonifica. A nulla importa che su quelle terre vivono migliaia di cittadini, la deriva green non guarda in faccia a nessuno. Lo hanno spiegato bene Nicola Procaccini e Carlo Fidanza, eurodeputato per Fratelli d’Italia con ECR: “Grazie a questo provvedimento assisteremo al ripristino delle paludi, bonificate grazie al sacrificio di generazioni e generazioni fin dall’antichità. Dovranno poi – hanno aggiunto – essere rimossi argini e dighe da 25 mila chilometri di fiumi per lasciarli liberi di esondare, malgrado il rischio di distruggere case, infrastrutture e vite umane. Un attacco feroce – hanno concluso – soprattutto a chi vive e lavora nella natura, come gli agricoltori”.

Altra norma approvata ieri è quella sull’istituzione dell’ecocidio, un nuovo reato voluto dall’Unione europea e che gli Stati membri recepiranno entro due anni. L’ecocidio è formato da “atti illegali o selvaggi commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti provochino danni gravi, diffusi o a lungo termine all’ambiente”. Sono previsti fino a 10 anni di carcere per reati ambientali, con la novità che sarà perseguito anche chi è dotato di regolare permesso delle autorità. Diventerà il quinto reato europeo, dopo genocidio, crimini di guerra, contro l’umanità e di aggressione.

Due approvazioni che dimostrano tutta la sordità delle attuali Istituzioni europee alle istanze degli agricoltori, che legittimamente rivendicano la dignità delle proprie mansioni lavorative che, nella maggior parte dei casi, si tramandando di generazione in generazione. Approvazioni che sicuramente non sorprendono, ma comunque stonano con quanto sostenuto ieri dal commissario europeo per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski, che aveva pubblicamente elogiato il ministro italiano Francesco Lollobrigida per la proposta di modifica della Pac. Ciononostante, Lollobrigida, intervistato oggi da Libero, appare fiducioso: l’apertura europea alla nuova Pac appare come un “segno che l’approccio è cambiato. Prima sentivamo sempre dire “l’Europa ce lo chiede”, “l’Europa ci impone”. Ma – ha detto – l’Europa siamo noi e non dobbiamo dimenticarlo. L’Italia è diventata centrale e sono contento che gli sforzi vengano apprezzati”. La linea del governo Meloni è dunque chiara, e lo ha ribadito anche il ministro, spiegando che sarà “quella di rimettere al centro l’agricoltore che lavora una terra ereditata dai suoi genitori, che la protegge e la vuole tramandare e che deve essere difeso mentre invece si sente messo in discussione da un’Europa che – ha concluso Lollobrigida – lo condiziona sempre più a regole penalizzanti”.

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