Ecologia ed energia al centro del piano di Fratelli d’Italia per l’Europa, al di là delle barriere ideologiche

Non c’è ecologista più convinto di un conservatore”: furono queste alcune delle parole con le quali Giorgia Meloni, appena arrivata a Palazzo Chigi nell’ottobre del 2022, pronunciò nel suo discorso programmatico di insediamento alla Camera dei Deputati. Parole con le quali il Presidente del Consiglio rispondeva alle già tante critiche circa il nuovo governo formatosi con il voto del 25 settembre precedente: per le opposizioni, infatti, la destra di governo non sarebbe stata capace di garantire una transizione ecologica al passo con le esigenze mondiali in fatto di emissioni e di cambiamento climatico. La sinistra si diceva preoccupata (ma in realtà voleva soltanto gettare fumo negli occhi degli elettori) sul fatto che la nuova maggioranza avrebbe ritenuto l’ecologia un aspetto secondario dell’operato del neonato esecutivo, una materia marginale da tralasciare con tanto di accusa di “negazionismo” dell’emergenza climatica ed energetica.

I fatti hanno smentito la sinistra

Tuttavia, oltre alle parole di Giorgia Meloni sopra riportate che già calmarono gli animi e vanificarono le speranze della sinistra, anche i fatti hanno eliminato tutte le motivazione delle preoccupazioni delle opposizioni. Fatti e azioni che confermano che anche l’ecologia, quella vera, è una tematica cruciale per l’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia, in una Nazione che risente gravemente degli effetti del cambiamento climatico. Da un lato le alluvioni, dall’altro le siccità: due emergenze alle quali il Governo Meloni ha già provveduto ad affrontare, con gli aiuti a Toscana ed Emilia-Romagna e con il nuovo piano per la siccità in Sicilia. Ma ancora altro: l’Italia, infatti, si è dimostrata in prima linea, ricoprendo perfino un ruolo da apripista, per rallentare l’uso delle centrali elettriche a carbone sul territorio nazionale e continentale, con l’impegno di eliminare il loro uso entro il 2025: una decisione presa nell’ambito del G7, nel quale si è pure fatto riferimento a una transizione energetica necessaria ma che sia equa e inclusiva per tutti.

Una transizione che non sia ideologica

È questo il nocciolo della questione: la transizione energetica, al pari di quella ecologica, non deve essere ideologica. Non deve cioè declinarsi come una “transizione a tutti i costi”, strategia invece applicata volentieri dalla sinistra, come quella italiana così (e soprattutto) quella europea, che in nome dell’ambientalismo più sfrenato, un dogma ritenuto inopinabile, gli attuali vertici comunitari, a partire dalla Commissione europea, hanno messo a serio rischio le economie nazionali. In pratica, l’imposizione di pesanti vincoli da rispettare in termini ecologisti comportava un rallentamento e un calo delle produzioni, un innalzamento dei costi, una burocrazia assai più stringente (si pensi ad esempio alla clausola che imponeva agli agricoltori di lasciare porzioni di terreno incolti per un anno intero). A favore, questo, delle imprese extra-comunitarie, non soggette agli stessi vincoli e assai più competitive sul mercato. Il superamento di una tale, così disastrosa, idea di transizione è alla base del programma di Fratelli d’Italia per le europee, pubblicato ieri: “L’ecologia – si legge, riprendendo il concetto espresso da Giorgia Meloni sopra riportato – è uno dei pilastri del pensiero conservatore: la biodiversità che nasce dall’incontro tra uomo e natura fa parte del patrimonio che vogliamo conservare e trasmettere ai nostri figli. Il raggiungimento degli obiettivi climatici – continua il programma – deve essere economicamente e socialmente sostenibile, senza approcci ideologici, obiettivi irraggiungibili e oneri sproporzionati per cittadini e imprese. Le eco-follie del Green Deal scritto dalla sinistra europea ci condannano ad una “decrescita infelice”. Vogliamo cambiare queste regole e creare le condizioni per salvaguardare l’ambiente, rendendo le nostre imprese più sostenibili e competitive”. Il problema delle politiche della sinistra è proprio questo: non considerare la presenza dell’uomo all’interno della società. Sognano una società robotica, priva dell’aspetto umano, screditato e considerato soltanto come fattore di inquinamento. Proprio come il contadino, reputato il maggiore contaminatore del terreno, svilito della sua naturale posizione di primo difensore dell’ambiente e garante della qualità dei prodotti agricoli.

La strategia di Fratelli d’Italia

A tal uopo, le proposte di Fratelli d’Italia vogliono: applicare i principi di sussidiarietà e di proporzionalità tra Stati e con l’Unione europea nella lotta all’inquinamento; modificare la direttiva sulle “case green”; cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2023. E ancora mettere in sicurezza i territori, eliminare l’uso del carbone e scorporare gli investimenti nella transizione verde dal calcolo del rapporto deficit/Pil. Una sfida ardua, parimenti a quella per l’indipendenza energetica: “La nostra strategia per garantire la sicurezza energetica – si legge – è basata su due pilastri: diversificazione dei fornitori e differenziazione delle fonti di energia”. Obiettivo raggiungibile con l’applicazione del Piano Mattei e del sistema di cooperazione che gli è intrinseco, e soprattutto con l’abbandono di qualsiasi forma di remora ideologica.

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