La Turchia, malgrado la Banca centrale di Erdogan abbia assicurato che erogherà “tutta la liquidità di cui le banche necessitano”, si avvia a rapidi passi verso una ineluttabile recessione che, ahimè, potrebbe anche scatenare un drammatica crisi bancaria generalizzata in un momento in cui l’euro è fragile, ha toccato il minimo dal luglio 2017 con un cambio a 1,37 dollari, lontano da quell’1,13, massimo storico, e anche da quell’ottima performance della scorsa settimana che l’ha visto a 1, 16. Non ha caso soffrono tutte le borse, Milano più di tutte in assoluto.
Se non bastasse, in Italia lo spread continua a correre e oggi viaggia oltre i 270, con in più un rendimento del BTP a 10 anni che va al 3% – quindi segnali di rischio -. Tutto ciò non passa inosservato al governo, che ha ben chiaro quanto sia delicata la situazione. Non sarà dunque un caso se uno dei due vicepresidenti del Consiglio, il rampante Luigi Di Maio, ministro del Lavoro, abbia pensato bene di portarsi avanti dicendo: “Non vedo il rischio concreto che questo governo sia attaccato. E’ più una speranza delle opposizioni, ma se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili“, che più che una certezza appare la voglia di dare fiducia agli investitori, di non creare tensioni o comunque di esorcizzare un pericolo che non è così peregrino come Di Maio vuol far credere di pensare, cercando di mettere a tacere non l’opposizione, come dice, ma gli stessi alleati di governo che forse, dal punto di vista pentastellato, avrebbero già parlato troppo. Non a caso, a paventare possibili scenari da “tempesta perfetta” sull’economia italiana è stato il potente sottosegretario bocconiano e leghista Giancarlo Giorgetti, che aveva sostenuto di aspettarsi un attacco speculativo all’Italia tra fine agosto e il 10 settembre, quando saranno resi noti i rating delle agenzie: se dovessero risultare concordi su un downgrade, allora sì che l’Italia sarebbe contemporaneamente vulnerabile e appetibile per la speculazione più violenta. I risultati rischierebbero di essere disastrosi.
E tanto Giorgetti doveva essere convinto di questa possibilità, che addirittura pare che Salvini avesse pensato di prevenirla gridando al complotto e mettendosi dalla parte dei perseguitati prima ancora che un qualsiasi colpo venisse sferrato. Poi, però, di mezzo di si è messo Erdogan e la sua irresistibile crisi della lira turca, e qualcuno più accorto, forse quel Paolo Savona immobilizzato in un mortificante posto di secondo piano, deve aver consigliato Salvini di tenere un basso profilo anche perché ora pure la Confindustria con il suo numero uno Vincenzo Boccia, attacca il governo e dice che i giallo-leghisti hanno deluso, che i posti di lavoro non si creano per legge, che manca una seria programmazione, e che il futuro così non promette niente di buono. Certo non ha rafforzato il Governo la posizione ondivaga e spesso incomprensibile sulle grandi opere, e la spinta più pubblicitaria che strutturale verso operazioni onerose come il reddito di cittadinanza, la flax tax al 15% e la riforma della legge Fornero, che per ora non sembra proprio abbiano vere coperture. E se non bastasse, tra le esternazioni di Giorgetti ce n’è anche un’altra che alza i fattori di rischio: “Quel che mi preoccupa è che, nel silenzio generale, gran parte del risparmio italiano è stato portato all’estero”, ha detto, un’altra spina nel fianco del governo per ora non ancora quantificabile. Non si sa se per fortuna o no, a Giorgetti fa eco Il senatore della Lega Armando Siri, consigliere economico di Matteo Salvini che, sebbene faccia eco al sottosegretario riguardo a un possibile attacco speculativo, ha la competenza o la furbizia di considerarlo eventualmente non in grado di devastare la nostra economia. Quindi, una posizione mediana quella di Siri tra Di Maio e lo stesso Giorgetti: “Il pericolo esiste, anche perché abbiamo consentito di lasciare all’estero troppi titoli italiani, una situazione che va contrastata con norme che consentano di “trattenere” in Italia quel rischio. Ma l’Italia è un grande Paese, con un’economia in grado di rispondere a qualsiasi attacco speculativo. No, non ci faremo intimidire” .
Chi ha ragione solo il tempo potrà dircelo.