“L’analfabetismo economico del M5S non conosce limiti. E i suoi parlamentari non sanno cosa sia la vergogna. Perché avere il barbaro coraggio di difendere le politiche economiche di Conte è da ignoranti e folli: basti pensare ai miliardi di debito che ci hanno lasciato grazie a scellerate misure come il Superbonus e le truffe legate al RDC. Ricapitoliamo i fatti ai distratti ed eterodiretti discepoli contiani: Italia unica Nazione del G7 in avanzo primario, record di entrate extratributarie, il pieno di ordini per i Btp, la più forte correzione del disavanzo nella storia della Repubblica, 78,7 miliardi in meno rispetto al 2023 e paragonabile solo a quella del 1946; il Prodotto interno lordo che, seppure di poco, cresce più delle infauste proiezioni di qualche bene informato; il dimezzamento del rapporto deficit/pil. Senza dimenticare la lotta all’inflazione, molto più bassa di altri Stati UE, e che il Prodotto interno lordo per abitante, in parità di potere d’acquisto, cresce molto di più per l’Italia rispetto ad altri membri dell’Unione Europea: un cittadino italiano, infatti, è mediamente più ricco di uno spagnolo di 3mila euro, di 5mila di un giapponese e di oltre 11mila di un greco.
Ancora più assurdo il fatto che per confutare le loro illogiche tesi accusino FdI di parlare di valori assoluti e poi sono gli stessi che usano questo parametro per palare dell’aumento del debito: capitolo che, se avessero studiato, aumenta solo per pagare gli interessi. Inoltre, una notizia agli smemorati a cinquestelle: la crescita percentuale del Pil nel 2021 era pari a quella persa l’anno precedente, in piena pandemia. In economia si parla di saldo zero. Inoltre, una domanda: secondo questi scienziati dell’economia avremmo dovuto lasciare fuori dal mercato del lavoro gli over 50 magari dando loro l’umiliante reddito di cittadinanza? Hanno messo in ginocchio il Paese e dovrebbero avere almeno la decenza di non ribaltare i dati, non per evitare pessime figure, ma per onore della verità”.
Così il senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Finanze di palazzo Madama, Giorgio Salvitti.