Elezioni Europee: gli italiani vogliono sicurezza e candidati competenti, Giorgia Meloni stravince il confronto tra i leader

Quali sono le priorità degli italiani in vista delle Elezioni Europee di giugno? In un contesto geopolitico in continua evoluzione, segnato da sfide politiche, economiche e sociali senza precedenti, insieme ad i miei collaboratori ho strutturato un sondaggio che abbiamo poi somministrato ad un campione eterogeneo di 423 intervistati con l’obiettivo di delineare un’immagine più chiara delle aspettative dei cittadini riguardo al futuro dell’Unione Europea. 

Attraverso una serie di domande mirate, abbiamo esplorato temi di rilevanza fondamentale: dalla fiducia nei leader politici, sia a livello nazionale che internazionale, alle priorità per il futuro dell’UE, passando per l’importanza delle elezioni presidenziali americane per l’Occidente e le abitudini informative dei cittadini in un’era dominata dai social media. Il sondaggio ha inoltre indagato le qualità che gli elettori ritengono indispensabili nei candidati al Parlamento Europeo, offrendo uno spaccato dettagliato delle aspettative politiche e dei valori che orientano gli italiani nella scelta di chi dovrà rappresentarli in Europa in questa fase cruciale.

1. Unione Europea: troppo distante dalle reali esigenze del popolo

Il 74.6% dei partecipanti al sondaggio ha espressamente indicato come “estremamente necessario” un cambiamento di rotta da parte dell’Unione Europea. Questo dato, sommato al 18.3% che lo ritiene “molto necessario”, palesa un chiaro messaggio: c’è un forte desiderio di riforme significative che rendano l’UE più vicina alle esigenze dei suoi cittadini. In un’epoca di sfide globali crescenti, questo risultato invita a una riflessione profonda sulle politiche e le priorità dell’Unione.

2. Basta con l’approccio ideologico alla sostenibilità

La seconda domanda ha messo in luce la percezione di regolamentazioni europee eccessivamente rigide, con il 66.2% degli intervistati che richiede un approccio meno ideologico alla sostenibilità. La tutela del “Made in Italy” e delle piccole-medie imprese emerge come una preoccupazione centrale, suggerendo l’esigenza di politiche che bilancino meglio protezione ambientale e competitività economica.

3. Immigrazione e difesa dei valori occidentali in cima alle priorità

La quarta domanda del sondaggio ha indagato quali temi i partecipanti considerano più importanti per il futuro dell’Europa. In cima alla lista, troviamo il controllo dell’immigrazione (49.3%) e la difesa dei valori occidentali (43.7%), che riflettono una chiara preoccupazione per le questioni di sicurezza e identità culturale. Seguono temi come la tutela delle economie nazionali (35.2%), la lotta alla diffusione del radicalismo islamico (28.2%) e la chiusura dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente (26.8%), dimostrando una consapevolezza delle sfide geopolitiche e economiche che l’Europa deve affrontare. Questi risultati evidenziano il desiderio di un’Europa che sappia proteggere i suoi cittadini e conservarne i valori tradizionali, pur affrontando con determinazione le questioni globali che minacciano la pace e la stabilità del continente.

4. La competenza il requisito fondamentale per la selezione dei candidati al Parlamento Europeo

La quinta domanda ha esplorato le qualità che i cittadini ritengono importanti nei candidati al Parlamento Europeo, offrendo interessanti spunti sulle aspettative dei votanti. La competenza emerge come la caratteristica più valorizzata (67.6%), seguita da onestà (43.7%) e trasparenza (35.2%). Questo indica un forte desiderio di leader ben preparati, etici e trasparenti nel loro operato, capaci di navigare la complessità delle questioni europee e internazionali con integrità e apertura. Sorprendentemente, la simpatia non figura tra le qualità apprezzate, evidenziando come i partecipanti privilegino la sostanza e l’efficacia rispetto al carisma personale. La determinazione (28.2%) e la predisposizione all’ascolto (22.5%) sono altresì considerate importanti, suggerendo che i cittadini europei desiderano rappresentanti che non solo abbiano visione e coraggio, ma che siano anche recettivi ai bisogni e alle preoccupazioni dei loro elettori.

5. Fiducia nei leader nazionali: Meloni stacca tutti

Con una schiacciante maggioranza del 76.1%, Giorgia Meloni emerge come la figura politica in cui gli intervistati ripongono maggiore fiducia. Questo dato non soltanto evidenzia il forte sostegno popolare di cui gode l’attuale Presidente del Consiglio dei ministri, ma riflette anche la ricerca, da parte dell’elettorato, di una leadership decisa e di un chiaro indirizzo politico. In un contesto caratterizzato da incertezza e sfide complesse, la figura di Meloni sembra incarnare per molti la promessa di stabilità e determinazione.

Oltre al presidente del Consiglio, il sondaggio ha misurato la fiducia in altri leader politici italiani, con risultati che disegnano un panorama di minore consenso. Matteo Salvini e Antonio Tajani raccolgono entrambi il 7% delle preferenze, suggerendo una fiducia contenuta nei loro confronti. Questo potrebbe indicare una percezione di leadership meno incisiva o una divergenza rispetto alle priorità e agli orientamenti espressi dagli elettori partecipanti al sondaggio.

Figure come Elly Schlein, Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Carlo Calenda si collocano ancora più in basso nella scala della fiducia, con percentuali che vanno dal 2.8% al 4.2%. Questi dati suggeriscono una frammentazione del consenso politico e la difficoltà per queste personalità di emergere come leader riconosciuti e capaci di catalizzare ampio sostegno popolare.

6. Elezioni USA decisive per tutto l’Occidente

Un significativo 56.3% degli intervistati ha valutato come “estremamente importanti” le elezioni presidenziali americane per il futuro dell’intero Occidente. Questo dato evidenzia non solo l’influenza predominante degli Stati Uniti sulla scena politica e economica mondiale ma anche la percezione di un destino condiviso tra l’Europa e l’America. In un’epoca segnata da sfide globali, la politica interna americana assume un peso decisivo nelle strategie e nelle aspettative dei paesi europei.

7. Trump il leader internazionale più gradito

La domanda sulla fiducia nei leader internazionali rivela un panorama interessante: Donald Trump raccoglie il maggior numero di preferenze (50.7%), segnale di una persistente polarizzazione e di un profondo divario nella percezione pubblica. Al secondo posto il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak con il 9,9%, seguito da Marine Le Pen con l’8,5%, Ursula Von der Leyen al 7% e Vladimir Putin appaiato con Javier Milei al 5,6%. Risultato che può essere interpretato come riflesso di un’ammirazione per la leadership assertiva e per le politiche di Trump, oppure come espressione di un desiderio di cambiamento rispetto allo status quo e a situazioni come i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. 

8. Algoritmi, Web e libertà di parola

La preoccupazione per il controllo dell’informazione esercitato dai giganti del Web si traduce nel 76.1% degli intervistati che reputano “estremamente necessaria” una maggiore trasparenza e la salvaguardia della libertà di parola. Questo risultato sottolinea l’importanza critica di un internet libero e pluralista come fondamento delle società democratiche contemporanee.

9. WhatsApp e Facebook in testa tra i canali di comunicazione preferiti

La domanda relativa all’utilizzo dei social media mostra una netta preferenza per WhatsApp (59.2%) e Facebook (54.9%), con Instagram al 16%, Telegram al 9,9%,  X (Twitter) all’8,5 e Linkedin al 4,5%. Questo dato evidenzia non solo come i social media siano diventati canali privilegiati per la comunicazione personale, ma anche piattaforme attraverso cui accedere a notizie e informazioni. La predominanza di WhatsApp, in particolare, suggerisce un crescente apprezzamento per la condivisione di informazioni in ambienti privati o semi-privati, possibilmente come reazione alla sovraesposizione e alla polarizzazione presenti su piattaforme più aperte.

10. Diminuisce la fiducia nell’informazione tradizionale

I risultati relativi alla fiducia nell’informazione tradizionale dipingono un quadro di incertezza e frammentazione. La diffidenza manifestata da una parte significativa del campione riflette una crisi di fiducia nei confronti dei media tradizionali, sempre più spesso percepiti come di parte. Questo scenario pone sfide importanti per i giornalisti e gli editori, chiamati a riconquistare la fiducia del pubblico attraverso maggiore trasparenza, veridicità e onestà intellettuale.

11. Gli articoli rimangono il contenuto preferito per informarsi

L’ultima domanda del sondaggio rivela una forte preferenza per gli articoli (81.7%) come formato di contenuto informativo, seguiti dai video (50.7%) e dai podcast (12,8%). Questo risultato sottolinea la richiesta di un’informazione che sia non solo immediatamente accessibile ma anche capace di offrire un’analisi dettagliata e approfondita delle tematiche trattate. In un’epoca di rapidi scroll e titoli accattivanti, emerge dunque un’esigenza contrapposta di rallentare e comprendere, di scavare oltre la superficie degli eventi.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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