Un partito al 38%, dalle nostre parti, farebbe gridare al miracolo. Tutto diverso in Germania, soprattutto dopo il voto di ieri in Baviera, dove l’Unione Cristiano-democratica (CSU) ha perso per la seconda volta nella sua storia il governo monocolore del Land e, allo stesso tempo, 12 punti percentuali dalle precedenti elezioni. Ma se può consolare gli accoliti della Merkel, va peggio all’ Spd – il partito Socialdemocratico di Germania – che dal 20% circa scende addirittura sotto al muro del 10%, dimezzando praticamente i suoi voti e mostrando ancora una volta, e di più, quanto poco gli elettori abbiano apprezzato la “grande coalizione” tra il CSU della Merkel e appunto l’SPD che ha permesso alla cancelliera di continuare a governare la Germania. In compenso, lusinghiero il risultato dei Verdi, ambientalisti convinti, un partito in cui la sinistra tedesca vede il suo futuro e che si attesta al 18%, e dell’Alternative für Deutschland, (Alternativa per la Germania abbreviato AfD), che per la prima volta entra nel parlamentino bavarese grazie a un 10,2% di tutto rispetto.
I risultati di questa che è la regione più ricca della Germania, potrebbero avere molto peso sulla coalizione di governo, fino a portarla a una rottura. Per l’Spd, infatti, non è più possibile ignorare come l’elettorato non veda di buon occhio l’apparentamento con la CSU.
Imputato principe di questa disfatta è il ministro dell’Interno del governo Merkel, quel Horst Seehofer che abbiamo imparato a conoscere anche noi. Secondo alcuni commentatori, sarebbe stata la politica di Seehofer contro i profughi, supportata da una certa aggressività, a far perdere molti consensi non solo all’Spd ma anche alla Csu. Molti elettori, infatti, davanti a una presa di posizione così netta e determinata rispetto all’immigrazione, insolita per il socialdemocratici, hanno preferito migrare verso partiti per così dire più coerenti, tipo l’Afd e i Frein Waehler, partito anch’esso conservatore che pur avendo una posizione in proposito molto netta, è riuscito a mantenere i toni bassi e tranquilli, venendo ripagato da un 11,5% che oggi potrebbe fare molta gola alla CSU se il partito della Merkel cercasse altri alleati per sostituire il Spd. Inoltre, è evidente che l’Spd ha perso voti anche a favore dei Verdi, dove l’elettorato di sinistra negli ultimi tempi si riconoscerebbe meglio. Di certo, dopo questi risultati è impensabile che Seehofer riesca a mantenere la sua poltrona di ministro.
Ora, già si lavora nelle segrete stanza per decidere che coalizione sia meglio mettere in piedi per mantenere il potere nella mani della Merkel. Tra le varie possibilità una vede l’Unione Cristiano Democratica coalizzarsi appunto con i Freie Waehler e con il Freie Demokratische Partei, FDP, il Partito liberal democratico tedesco. Un accordo di questo tipo, tra l’altro, permetterebbe a Soeder di restare alla guida della Baviera, mentre quasi tutte le altre ipotesi lo vedrebbero fuori. C’è poi “la folle idea”, una cosa che somiglia molto al governo giallo-verde italiano, una coalizione spuria tra il CSU e i Verdi. Del resto, in proposito ci sono anche dei precedenti a livello locale, come nel Baden-Wuerttenberg dove il governatore verde Kretschmer governa da un paio di anni grazie anche ai voti della Cdu.
Intanto, già ci si preoccupa per le prossime elezioni per il governatore dell’Assia, che si svolgeranno tra due settimane nel Land di Wiesbaden e Francoforte. Se anche lì il partito della Merkel dovesse riportare un risultato sfavorevole, la leadership della cancelliera sarebbe senz’altro in pericolo, a meno che Angela non si decidesse a lasciare una delle sue due prestigiose poltrone, proprio quella che la vuole a capo del partito.