Ce la scorderemo con difficoltà quella espressione, stupita, quel sorriso beffardo, di chi sogghigna mostrando sicurezza e che tutto è sotto controllo, ma in realtà non ha la benché minima idea di cosa stia succedendo. Il volto di Elly Schlein spiega tutto: immobile a Piazzapulita, su La7, mentre il compagno Formigli le mostra gli ultimi sondaggi, che come sempre negli ultimi due anni sorridono al centrodestra e a Fratelli d’Italia. L’evidenza dei fatti che non può essere smontata, la certezza dei numeri che è incontrastabile: rispetto all’8 giugno, primo giorno di urne aperte per le elezioni europee, Fratelli d’Italia ha confermato la sua fase ascendente, con un +1,3% che è difficile da immaginare per un partito di governo. Malgrado fosse già difficile immaginare una crescita (in questo caso non solo nei sondaggi, ma anche nella realtà, dietro le urne) del 3% nel giro di un anno mezzo, dal settembre 2022, quando Fratelli d’Italia si piazzò primo partito d’Italia con il 26%, alla stessa data del giugno 2024, con consensi pari al 28,8%. Stando ai dati snocciolati da Formigli, all’11 settembre Fratelli d’Italia è data al 30,1%. Alcuni sondaggi danno il partito della Meloni in testa anche con percentuali un po’ più ampie, intorno al 30,5%. Poco cambia, il succo è sempre quello: Fratelli d’Italia riesce a restare il primo partito della Nazione, saldamente al comando, malgrado i posti occupati al governo che, in un contesto politico così diviso in partiti e coalizioni e poco polarizzato (nonostante primi nuovi accenni di polarizzazione tra destra e sinistra), non sono mai stati un vantaggio in fatto di consensi. D’altronde, l’eccezionalità del lavoro svolto da questo esecutivo fa sì che non solo Giorgia Meloni sia l’unica leader di governo ad aver vinto le europee all’interno della propria Nazione, ma pure che il centrodestra sia cresciuto di quasi 5 punti percentuali rispetto a un anno e mezzo prima. E continua a farlo, riuscendo numericamente a battere perfino le accozzaglie – il campo largo, anzi larghissimo – che a sinistra tentano di fare solo per battere la destra, sacrificando idee e programmi, laddove ci sono ancora.
Persino peggio dei grillini
Torniamo dunque a Elly e al suo sguardo completamente perso verso l’alto, dove era posizionato lo schermo da cui Formigli le ha esposto i dati. Il Pd non se la passa benissimo: rispetto a pochi mesi fa, è dato in discesa dell’1,6% e persino quelli che sulla carta dovrebbero essere gli alleati, i grillini del Movimento Cinque Stelle, sono riusciti a fare meglio nello stesso periodo, con un +1,2% che al Nazareno invidiano, malgrado gli ideatori di Superbonus, Reddito di Cittadinanza e altre sciagure, si fermino intorno all’11%. Così divisi dalle correnti, grillini contro contiani, in calo nelle elezioni inesorabilmente dal 2018, avendo già perso più del 20% dei propri consensi, in vista del famigerato congresso di ottobre, privi di una linea politica, litigiosi sulla alleanze da concordare, in silenzio da tempo sui grandi temi, bloccati sempre dalle stesse idee inattuabili ripetute fino allo sfinimento: eppure, negli ultimi tre mesi sono cresciuti più del Partito Democratico. E allora non può che venire alla mente quel discorso trionfale che l’italo-svizzera pronunciò dopo la sua elezione a segretaria del Pd, arrivata soprattutto grazie ai voti dei non iscritti. Un discorso carico di coraggio, una sfida lanciata all’esecutivo e a Giorgia Meloni: “Non ci hanno visti arrivare”, disse tra gli applausi dei democratici/compagni. La Schlein doveva essere la donna forte a capo della sinistra, l’anti-Meloni. E in quanto tale, in effetti, fa tutto ciò che è opposto alla premier: parla per slogan, non ha una visione di futuro, cala nei sondaggi. Un ottimo acquisto per la sinistra.
Ciao,ciao Elly, rincorri e spera di non cadere…