Elly Shein

Non un errore di battitura ma, piuttosto, uno scherzo del destino: perpetrando le follie
dell’agenda woke, Elly Schlein ha definitivamente allineato il Partito Democratico alla sinistra
globalista mondiale, il cui approccio ideologico distrugge il tessuto economico e sociale di casa
nostra arricchendo multinazionali come Shein, colosso cinese del fast-fashion.

Dall’industria della moda a quella automobilistica, passando per edilizia e agricoltura:
l’integralismo green della sinistra ha già causato danni incalcolabili a tutto l’Occidente
svuotandolo, di fatto, di lavoro e conseguenti ricadute positive in termini di benessere,
economico e sociale.

Da una parte abbiamo la grande bugia della “sostenibilità a tutti i costi”, un vero e proprio
Cavallo di Troia grazie al quale la sinistra ha attuato politiche scellerate introducendo norme
perlopiù insostenibili per le nostre imprese che – e qui sta il paradosso – producendo in Italia
già rispettano parametri infinitamente più stringenti rispetto a quelli vigenti in paesi come
Cina, India o Bangladesh. Sotto ogni punto di vista: dai diritti dei lavoratori, al rispetto
dell’ambiente.

Eppure, si tratta di una considerazione lapalissiana: tutti sanno che Cina e India – da sole –
inquinano più di USA ed Europa messe insieme, per non parlare dell’assenza di diritti dei
lavoratori, spesso ridotti alla stregua di schiavi, oppure della scarsa qualità dei loro prodotti.
In buona sostanza la sinistra costringe noi occidentali a livellare verso il basso diritti e costo
del lavoro e, al contempo, alza in modo spropositato l’asticella della sostenibilità riducendoci,
così, sul lastrico.

Guarda caso, a guadagnarci sono le multinazionali cinesi, ma anche quelle occidentali che
hanno delocalizzato la produzione in Cina o in altri paesi a basso costo e che vendono la loro
merce a prezzi “occidentali”. Comodo, no?

Parallelamente, il globalismo woke tanto caro a Elly Schlein, punta a livellare verso il basso
anche qualsivoglia tipo di identità: nazionale, di genere, culturale o religioso che sia, tutto
deve essere cancellato e sostituito con un sottoprodotto culturale per cui ognuno è tutto e
niente al tempo stesso; approccio che riflette alla perfezione cortocircuiti come assurgere a
“diritti” pratiche barbare come la compravendita di neonati o destabilizzare i bambini per
convincerli a cambiare sesso.

Non deve stupire se a finanziare l’agenda woke siano esattamente quelle stesse multinazionali
favorite dalle politiche sommariamente descritte in questo articolo, così come non deve
stupire l’avversione dei media mainstream nei riguardi di tutti i leader che combattono il loro
folle disegno.

Questo è il motivo principale per cui occorre una vera e propria mobilitazione in vista delle
Elezioni Europee: per quanto riguarda l’Italia, ogni voto a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sarà
una picconata alla dittatura woke che Elly Schlein e la sinistra globalista vorrebbero
continuare a imporci. Vi pare poco?

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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