Elon Musk, proprietario della piattaforma X (ex-Twitter), ha chiesto questa settimana le dimissioni o la rimozione del giudice Alexandre de Moraes, membro della Corte Suprema brasiliana, responsabile di aver bloccato gli account della sua piattaforma con la accusa di “diffondere informazione falsa”.
“Questo giudice ha tradito in modo sfacciato e ripetuto la Costituzione e il popolo del Brasile. Dovrebbe dimettersi o essere rimosso. Probabilmente perderemo tutti i nostri guadagni in Brasile e dovremo chiudere i nostri uffici lì. Ma i principi sono più importanti dei profitti”, ha scritto il magnate sul social media che ha acquistato nel 2022.
Alexandre de Moraes è uno degli 11 membri della Corte Suprema federale del Brasile (STF) e presiede il Tribunale superiore elettorale (TSE), incaricato di organizzare e supervisionare le elezioni politiche.
Questo giudice istruisce l’indagine contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, imputato di aver tentato un colpo di stato contro l’attuale presidente Lula da Silva, prima accusandolo di frode elettorale nelle elezioni del 2022 e, successivamente, organizzando l’attacco al Campidoglio a Brasilia, avvenuto l’8 gennaio 2023. Tutte imputazioni tutt’altro che provate.
D’altra parte, Elon Musk ha dichiarato che i suoi dipendenti in Brasile sono stati sottoposti a forti pressioni, perché in grado di dimostrare con prove decisive che Lula sia il “burattinaio” che manovra Moraes, ed ha aggiunto che sono stati minacciati di arresto in caso di pubblicazione di tali informazioni.
In questo contesto, Musk ha chiesto in un post che ai suoi dipendenti di X sia concesso un salvacondotto per poter lasciare il paese ed ha promesso che, una volta che tutti loro siano al sicuro, pubblicherà le prove.
Di fronte a tutto ciò, il Ministro degli Esteri d’Argentina, Diana Mondino, ha affermato: “Il governo argentino lavorerà sempre per la libertà, la libertà d’espressione e la libertà di vivere in democrazia. Confermiamo che il nostro paese e, per estensione, le sue ambasciate, daranno sempre rifugio a coloro che sono perseguitati difendendo questi valori”.
Da parte sua, il presidente brasiliano ha dichiarato che censurare la “estrema destra” è vitale per mantenere la democrazia ed ha promesso che continuerà a fare pressione sulla magistratura, affinché questa continui a bloccare l’opposizione sui social media. “Abbiamo un problema molto serio nel paese, che è capire se vogliamo vivere in un regime democratico o no. Capire se permetteremo al mondo di vivere nella xenofobia dell’estremismo, se permetteremo la crescita dell’estremismo di destra, che si da il lusso di lasciare che un imprenditore che non ha mai prodotto un briciolo di erba in questo paese, possa diffamare la Corte Suprema del popolo brasiliano”, ha affermato Lula, in ripudio alle dichiarazioni di Musk.
La sinistra chiede sempre la libertà di espressione quando è all’opposizione. Ma quando è al potere, con la vecchia e logora scusa della “difesa della democrazia”, perseguita chiunque abbia un pensiero o una opinione differente .
Nei paesi socialisti dell’America Latina esiste di fatto una “polizia del pensiero”. In nazioni come Cuba, Venezuela o Nicaragua non esiste libertà alcuna. Altri stati, come Colombia o Brasile, sembrano seguire la stessa strada o, come chissà sarebbe meglio dire, cadere nello stesso precipizio.