Emergenza abitativa: un dramma strumentalizzato a sinistra

Ultimamente si fa un gran parlare del problema riguardante le occupazioni degli immobili, col tempo queste sono diventate degne di risonanza mediatica per i giornali on-line cartacei e per quasi tutti i servizi televisivi. Siamo infestati di notizie che riguardano la Salis e i suoi guai per le occupazioni abusivi, che insieme al processo in Ungheria hanno fatto in modo che AVS potesse quantomeno interessarsi a lei fino ad offrirle un posto al Parlamento europeo. Poi sono arrivate le beghe per Fratoianni, anch’egli occupante con un debito di 73.000 euro nei confronti dell’INPS quando faceva parte di SEL(Sinistra ecologia e libertà) . Potremmo dilungarci con la lista, ma lo scopo è quello di parlare dell’abusivismo aldilà di una retorica politica diventata assillante e di conseguenza totalmente insopportabile.

Le persone non occupano gli immobili da qualche mese e neppure da qualche anno, questo è dunque un processo storico che si ripete dalla Prima Repubblica con le “Case del Popolo” del PCI, quindi non c’è nulla di nuovo se non i modi con cui certi esponenti politici delle sinistre italiane tendono a minimizzare alcuni avvenimenti. Immaginate se da domani ci fosse libertà di occupare un immobile come se nulla fosse: sarebbe il totale delirio su tutti i fronti, nessuno riconoscerebbe la proprietà privata e la gente si vedrebbe costretta a cambiare casa di giorno in giorno per  sopravvivere, alla faccia del Marxismo tenerone. Il peggiore dei modi per risolvere un problema serissimo è quello di generalizzarlo senza trovare però una soluzione.

Il punto è che qua in Italia mancano delle strutture capaci di accogliere le persone indigenti, proprio per questo sarebbe il caso che le forze politiche collaborassero per istituire un piano a norma per tutti coloro che vivono in estrema povertà, senza personalismi di sorta. Certo è che non sarà mai così, ma non per colpa di quella “Destra brutta e cattiva” che secondo i progressisti ci sta rovinando, come se questi negli anni avessero ricostruito un Paese allo sfascio.

L’emergenza abitativa è una cosa seria, decisamente più importante delle poche distinzioni che fa la sinistra, che ancora non capisce la differenza tra stabili non occupati riqualificabili e spazi di proprietà occupati indebitamente. Entrambe le azioni sono al di fuori della legge, ma a livello etico e sociale occorre fare delle precise distinzioni: di solito, chi occupa dei palazzi disabitati lo fa in preda alla disperazione, mentre chi decide indebitamente di appropriarsi di un appartamento in cui abitano altre persone compie un gesto a dir poco disgustoso.

Per essere rivoluzionari e riformisti ci vuole un po’ di sale in zucca, buonismo e laissez faire non bastano per trovare le conclusioni adatte per una tematica così sensibile. Il punto è che  parlare di questi argomenti senza accompagnarle con un giudizio critico rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico, soprattutto se a sproloquiare sono personalità istituzionali.

Per sfuggire quindi alla retorica sinistra che tanto ricorda una visione apocalittica e plausibilmente catastrofica del mondo, occorre prima analizzare i fatti ragionando sulle cause, senza cedere di un millimetro alla demagogia che spesso ha contraddistinto negativamente la politica italiana nel mondo.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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