Energia, in arrivo la legge su nucleare e mini-reattori: no ad approcci ideologici

“Dobbiamo usare tutte le energie a nostra disposizione, non solo le rinnovabili, anche i biocarburanti e la fusione nucleare. L’Italia è all’avanguardia nella fusione nucleare, nell’ambito della nostra presidenza del G7, abbiamo organizzato il primo incontro del World Fusion Energy Group, promosso dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Intendiamo rilanciare questa tecnologia, che potrebbe cambiare le carte in tavola”. Questo il messaggio lanciato dal presidente del Consiglio a Baku, nell’ambito della Cop29. Un avviso per tutti: c’è bisogno di una “visione realistica”, che tenga contro dei cambiamenti verso cui stiamo andando incontro, che tenga in considerazione delle nuove esigenze che la popolazione avrà di qui a poco: tra alcuni anni, saranno 8,5 miliardi le persone sulla Terra, e ciò si tradurrà anche in una maggiore richiesta energetica. Quindi, al momento, non bisogna rinchiudersi in approcci ideologici, ma aprirsi a tutte le possibili fonti energetiche. Tra queste, il nucleare.

In arrivo la legge sui piccoli impianti

Presente anche nel programma elettorale del centrodestra, secondo il Giornale sarebbe quasi pronto il testo del provvedimento che permetterà la produzione di energia attraverso le nuove tecnologie nucleari. Probabilmente il testo arriverà in Consiglio dei Ministri a dicembre, mentre varcherà le soglie del Parlamento a gennaio. In Italia, al momento, non è possibile la sperimentazione, cosa che preclude lo sviluppo delle tecnologie sul nostro territorio. Per questo, dunque, le aziende italiane sono costrette a spostarsi altrove dopo la fase di progettazione, perdendo in questo modo l’occasione per importanti investimenti. Le stime, elaborate da Edison e da Ansaldo Nucleare, dicono chiaramente che se l’Italia si dotasse di una ventina di impianti Smr, impianti nucleari prodotti industrialmente in serie e di piccola taglia, godrebbe di un impatto di circa 50 miliardi di euro, con circa 117mila occupati diretti in più. Molte le aziende che sarebbero pronte a investire nel settore. Ne gioverebbe l’industria tutta e la sua competitività, con una netta riduzione dei costi dell’energia e il conseguente superamento via via sempre più pieno della dipendenza energetica, che rende i Paesi come l’Italia in parte schiavi delle altre potenze detentrici delle fonti energetiche. Riuscendo, al contempo, a rispettare gli obiettivi della transizione verde nel lungo periodo. Il fatto, inoltre, che la legge del governo dovrebbe normale gli impianti più piccoli e tecnologie in realtà ancora non disponibili, consentirebbe alla legge stessa di superare i niet dei referendum del 1987 e soprattutto del 2011, che hanno bloccato la produzione di energia nucleare: e questo perché si tratterebbe proprio di impianti nuovi, e non degli impianti enormi che conosciamo nell’immaginario comune. Quelli, per intenderci, di Chernobyl.

Guardiamo al futuro

“L’Italia – ha sottolineato Meloni nel suo intervento a Baku – vuole continuare a fare la propria parte”, ma, ha specificato, non serve “un approccio che sia troppo ideologico e non pragmatico o saremo lontani dalla via del successo. Abbiamo bisogno di un mix energetico equilibrato per favorire il processo di transizione. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie disponibili”. Non mancano le critiche: al Corriere il sindaco di Milano Beppe Sala ha contestato l’idea di un ritorno al nucleare soprattutto per i tempi che impiegherà. Sempre al Corriereè arrivata la risposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: “Quello che Sala descrive è lo scenario attuale, mentre noi stiamo guardando al futuro, con l’intenzione di esplorare l’ipotesi del nucleare nella prima metà del prossimo decennio, quindi parliamo di un futuro che si avvicina al 2035. Oggi circa due terzi della nostra energia provengono da fonti fossili, ma entro il 2030 puntiamo a ribaltare questo rapporto nel Pniec”, (il Piano nazionale integrato energia e clima inviato all’Unione europea). E sugli da raggiungere nel prossimo futuro, si dice fiducioso: “Ad oggi abbiamo 1,6 milioni di produttori di energia e ne nascono 1.200 al giorno. Quest’anno speriamo di superare i 7 gigawatt da rinnovabili. Erano 5,8 nel 2023, 3 nel 2022 e 1,5 nel 2021”.

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