Il prezzo dell’energia è in aumento a causa della speculazione internazionale da parte de mercati finanziari e al governo è dunque richiesto uno sforzo in più per tutelare i cittadini, che potrebbero trovarsi in bolletta delle cifre più alte rispetto al recente passato, dopo il buon lavoro di calmieramento dei costi che impazzavano dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, proprio nei primi mesi in carica di questo esecutivo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, su questo è stato chiaro: “Credo che una riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato debba essere fatta”, ha detto al Senato il titolare di via XX Settembre. Anche perché, se la scelta ha permesso una maggiore concorrenzialità dei prezzi con dei benefici per i consumatori, la mancanza di tutele (eccezion fatta per le categorie ritenute più fragili) espone i cittadini a dei rischi dai quali il governo è pronto a proteggerli. “Ricordo – ha detto il ministro rivolgendosi alle opposizioni – che era uno degli impegni assunti non certo da questo governo. Se il governo – ha aggiunto – fa un grande sforzo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori del ceto medio”, il rischio è che questo incremento “se lo divora l’aumento delle bollette”. Per questo, Giorgetti ha chiarito che il governo è pronto a intervenire “nelle prossime settimane” per pubblicare “un provvedimento contro il caro bollette”.
L’impegno per il nucleare: la strategia per i prossimi mesi
Certamente, in un contesto di lungo periodo, il governo è pronto a seguire altre strategie per avviarsi verso quella diversificazioni delle fonti di energia che permetterebbe all’Italia di non essere più succube di potenze straniere e di continue destabilizzazioni, cartelli e speculazioni che portano i costi a essere altalenanti. Il nucleare rientra a pieno in questo progetto. Già nel 2026, come spiegato più volte dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, potrebbe esserci l’avvio per gli small modular reactors, reattori nucleari più piccoli e più veloci da realizzare. E a favore di questa proposta, molti esperti hanno rivolto parole di apprezzamento e di curiosità. A partire dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini: “Ci candidiamo a mettere gli smr nelle nostre aziende, se avete problemi con i sindaci: noi facciamo comunità energetica, perché per noi l’energia è fondamentale per tenere in piedi le aziende”. Dello stesso parere, il presidente di Enel, Paolo Scaroni: “Con le tecnologie che abbiamo oggi, l’unica alternativa che noi abbiamo è il nucleare, faccio fatica a trovare delle soluzioni alternative”. Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dichiarò l’intenzione del governo di lavorare seriamente per il nucleare: “Realizzeremo – annunciò il ministro Urso – una società nazionale per produrre in Italia impianti nucleari di nuova generazione, puliti e sicuri, di piccola dimensione, componibili, trasportabili su un container che potranno essere poi installati su richiesta delle imprese nel pieno rispetto dei vincoli ambientali”. Rientra ampiamente in questo percorso di diversificazione delle fonti energetiche anche l’accordo a tre stipulato da Italia, Albania ed Emirati arabi durante il summit energetico ad Abu Dhabi. Un mix energetico che deve comprendere tutti i tipi di energia: “Non mi riferisco – disse lo stesso presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all’idrogeno verde e alla cattura della CO₂. Senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia”.