“Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti”. Con queste parole, ieri, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la firma di un accordo tra Italia, Albania ed Emirati nell’ambito del summit energetico ad Abu Dhabi. Un accordo cruciale, che porta l’Italia in uno stato avanzato di diversificazione delle fonti energetiche. Un obiettivo che si lega comprensibilmente a quello del mantenimento dei costi a livello bassi. Negli ultimi mesi, abbiamo visto come il faro bollette abbia subito un rallentamento, ma il rischio che i costi tornino su può essere sempre impellente.
Tornando all’accordo, Meloni ha ribadito che tale iniziativa “dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino”. Per Nicola Procaccini, co-presidente di Ecr Party ed europarlamentare di Fratelli d’Italia, ha spiegato che l’accordo “rientra in una visione strategica verso una duplice direzione. Da un lato si incrementa la quota di energia pulita da inserire nel nostro mix energetico, dall’altra si rafforza la strategia improntata dal governo italiano per la diversificazione degli approvvigionamenti per evitare le conseguenze di dipendere energicamente da una o poche nazioni”. L’obiettivo dichiarato è quello di avvicinarsi sempre più alla sostenibilità e soprattutto all’indipendenza energetica, “presupposto per una autonomia politica”.
Urso: “Pronto disegno di legge per il nucleare”
Va avanti anche l’impegno per il nucleare. Il mix energetico di cui ha parlato Meloni ad Abu Dhabi, deve comprendere “tecnologie attualmente disponibili”, sia “quelle in fase di sperimentazione”, sia “quelle che devono ancora essere identificate. Non mi riferisco – ha aggiunto – solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all’idrogeno verde e alla cattura della CO₂. Senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia”. Sul tema è entrato nel dettaglio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il question time di ieri alla Camera: “Realizzeremo – ha annunciato Urso – una società nazionale per produrre in Italia impianti nucleari di nuova generazione, puliti e sicuri, di piccola dimensione, componibili, trasportabili su un container che potranno essere poi installati su richiesta delle imprese nel pieno rispetto dei vincoli ambientali”. In virtù di un “approccio pragmatico e razionale” imposto dai tempi. Poi l’annuncio: “Tra poche settimane sarà adottato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica anche un disegno di legge collegato alla manovra economica appena approvata che ci permetterà di disegnare il nuovo assetto normativo in tema di energia nucleare su cui il Parlamento potrà poi confrontarsi”. Il tutto per garantire costi più bassi e indipendenza.