Energia. Rampelli (FdI): preferibile per l’Italia essere avanguardia della fusione che retroguardia della fissione

Fonte di energia ideale, ma poco gettonata perché ha bassi costi di produzione e non lascia spazio alla speculazione, è quella idroelettrica

“Noi vogliamo un approccio anti ideologico al tema energetico, per questo siamo per la neutralità e lasciamo alle tifoserie politicizzate e rumorose gli atteggiamenti pregiudiziali sulla materia. Abbiamo bisogno di energia a basso costo, il più possibile rinnovabile e sovrana, cioè che ci renda sufficientemente indipendenti da altre nazioni, ma anche immediatamente reperibile”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, intervenendo al convegno “Il nuovo nucleare sostenibile: un’opportunità per l’Italia? promosso dall’on. Riccardo Zucconi, responsabile Energia di Fdi.

“Visto che la decarbonizzazione non può uccidere lo sviluppo, di cui si nutrono esseri umani e popoli, come vorrebbe la devastante vulgata del new deal – ha aggiunto Rampelli – sarà necessario ancora approvvigionarsi da fonti fossili quindi occorre: approfondire la ragione per la quale quasi la metà del petrolio italiano è concesso a multinazionali straniere, Total, Shell e Mitsui, tenendo presente che Tempra Rossa in Basilicata fornisce circa 4 milioni di tonnellate di greggio l’anno fino al 2068; riformare la legge che di fatto blocca l’esplorazione e limita l’estrazione di gas dai giacimenti italiani per mano delle aziende e a loro spese. Possiamo avere più gas nostrano fino a esaurimento, forse giusto il tempo per giungere al perfezionamento di altre tecnologie futuribili”.

“Sul lato delle rinnovabili – ha precisato il vicepresidente – occorre sviluppare sì eolico e fotovoltaico, ma senza deturpare il paesaggio e consumare suolo agricolo come sta avvenendo, posto che esistono alternative e vanno rese obbligatorie nel rispetto dell’autosufficienza alimentare e dell’art. 9 della Costituzione a difesa del paesaggio e tuttavia ricordare che né l’una né l’altra sono fonti sovrane visto che materie prime e tecnologie vengono dall’estero. Rimane inoltre il fatto che queste fonti di energia non sono programmabili quindi sono produttive solo in alcune fasce orarie della giornata”.

“Un mix elettrico nazionale diversificato ed equilibrato – ha aggiunto Rampelli – prevede certo anche il nucleare, preferibile per l’Italia essere avanguardia della fusione che retroguardia della fissione, ma se la ricerca farà passi avanti e scioglierà i nodi dello smaltimento delle scorie e dei mini reattori di quarta generazione ne prenderemo atto. Ma già sappiamo che tanto la fusione quanto i mini reattori da fissione non saranno disponibili fino al 2040, quindi parlarne rischia di depistare dall’obiettivo primario. Sembrerebbe meno costosa perfino la problematica prospettiva dell’idrogeno”.

“C’è una fonte di energia ideale per l’Italia da cui già traiamo il 20% del fabbisogno interno, che sembra cucita addosso su di noi, probabilmente poco gettonata perché ha bassi costi di produzione e non lascia spazio alla speculazione: l’idroelettrico. Pulito, ad alto potenziale (diversamente da eolico e fotovoltaico), programmabile, sovrano e inesauribile. L’Italia infatti dispone di catene montuose, sorgenti, fiumi, ghiacciai, riserve nevose, dighe sotto utilizzate, poco manutenute o abbandonate, 8000 km di coste… Siamo la nazione dell’acqua per definizione. Qui va concentrata la ricerca per avere la riconduzione forzata al minor dispendio energetico e riportare l’acqua in quota per farla ricadere infinite volte, per inventare il micro idroelettrico a uso territoriale con bacini contenuti, per vendicare la vergognosa cifra ereditata del 4% di acqua piovana recuperata e le cifre astronomiche di acqua dispersa. Questa è una scelta pragmatica che nel giro di due anni può incidere in modo significativo sulla formazione del prezzo dell’energia contrastando il gas che ora la fa da padrone. È possibile raddoppiare in poco tempo la produzione di energia da idroelettrico in modo da renderlo stabilmente competitivo con il gas. Siamo la terra dell’acqua e del sole, la rivoluzione sarà la fusione nucleare, ma la battaglia quotidiana per noi si vince sulla capacità di sfruttamento dell’acqua, in ogni dove. Poi ci sono gli aspetti economico finanziari che incidono molto, come continua a ribadire il presidente Draghi in ogni suo intervento pubblico, e da cui il prezzo dell’energia si determina a prescindere da dove e come si realizza”.

“Resta tuttavia il fatto che abolire il servizio pubblico di maggior tutela, come ha preteso l’Europa e ha deciso l’ex governatore della BCE inserendolo nei vincoli del PNRR, forse rassicurato anche dalle catastrofiche previsioni dell’autorità pubblica Arera, che avrebbe dovuto contenere gli interessi delle multinazionali, è stato un errore, come di recente dichiarato in Parlamento anche dal Ministro Giorgetti. I prezzi con il mercato libero – ha concluso Rampeli – si sono moltiplicati e hanno raddoppiato quelli della maggior tutela aggravando i bilanci delle famiglie e delle imprese italiane. È rimasto ancora lo spazio per difendere la fascia protetta dei cittadini vulnerabili.

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