“Di grande importanza la presa di posizione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul caro energia, un’eccezione nel quadro europeo che il governo, con il supporto del Parlamento, vuole risolvere con coraggio e determinazione, dandogli carattere di priorità. Il presidente Meloni ieri alla Camera ha chiarito
che oltre al DL bollette a sostegno di famiglie e imprese sul caro energia, sta lavorando per l’abbassamento strutturale del prezzo dell’energia per i cittadini italiani”. E’ quanto ha scritto il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli sulle sue piattaforme Meta.
“Difatti è ormai sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto – l’insostenibile differenza di prezzo dell’energia elettrica tra l’Italia e le principali nazioni europee, che grava sui bilanci di famiglie e imprese rendendo impossibile a queste ultime competere sui mercati europei e internazionali.
“In particolare il presidente Meloni – ha precisato Rampelli – ha dichiarato il suo personale impregno a far luce sulle varie cause di questo divario, a partire dalla stessa formazione del prezzo dell’energia sui mercati italiani all’ingrosso, così come abbiamo chiesto già a partire dallo scorso anno proprio in aula”.
“Come noto, Arera ha avviato a ottobre scorso un’indagine sul funzionamento dei mercati- ha chiarito il vicepresidente- dove si forma il prezzo, a seguito delle numerose sollecitazioni, chiedendo tra l’altro di rendere noti gli esiti dell’indagine svolta al fine di comprendere se siano stati rilevati comportamenti speculativi degli operatori che abbiano potuto incidere negativamente sulla formazione del prezzo unico nazionale. Arera si era impegnata a trasmettere gli esiti dell’indagine al Parlamento entro la fine del mese di marzo, ma siamo ancora in attesa di riceverli. Intanto ad aprile il prezzo dell’energia in Italia è stato di 100 euro/MWh, mentre in Germania è stato di 78, in Francia di 42 e in Spagna di 27. In particolare la Germania ha – in partenza – le condizioni più simili alle nostre, non ha nucleare, brucia carbone più o meno nella stessa proporzione con cui noi traiamo energia dall’idroelettrico (con la differenza non irrilevante che il carbone è combustibile fossile e l’idroelettrico è energia rinnovabile)”.
“Segni indelebili di una pessima amministrazione dell’energia negli scorsi decenni che – ha concluso Rampelli- lo stesso Draghi ha denunciato cercando di scuotere l’Ue, non riuscendo tuttavia a governare questo ginepraio inestricabile di interessi e rendite di posizione cui porremo rimedio. Con buona pace di chi ieri si è dimostrato incapace e oggi abbaia alla luna”.