Ennesimo cortocircuito: il rettore pro-migranti costretto a denunciare “comportamenti indecorosi” di rifugiati pachistani

È un vero e proprio cortocircuito. Uno dei soliti a cui la sinistra ci ha abituati. Uno di quelli che mette i suoi esponenti davanti alla realtà dei fatti, che spiega la chiara e netta differenza tra il dire e il fare. Tra gli intenti buonisti dei progressisti e i problemi reali dei cittadini.

Fare i conti con la realtà

La questione ruota intorno a una lettera, scritta di pugno dal rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, figura di spicco del mondo progressista, acerrimo difensore della causa migratoria, degli sbarchi senza sosta. Anche lui, Montanari, uno che si è reso noto per le critiche all’esecutivo per la sua gestione della crisi migratoria, ha dovuto arrendersi al peso delle sue stesse dichiarazioni: il rettore, infatti, è stato costretto a denunciare “l’utilizzo scorretto da parte dei rifugiati pachistani degli spazi della mensa universitaria messi a disposizione per la partecipazione ai corsi di lingua italiana”. Il problema provocato dagli extracomunitari, infatti, non si limita soltanto all’uso “improprio dei servizi”, ma si allarga anche a “comportamenti indecorosi nei confronti di studenti e studentesse”.

Montanari, dunque, è rimasto scottato dalle sue proclamazioni sempre a favore di un’immigrazione incontrollata e ha dovuto fare i conti con la realtà: l’integrazione non è una favola, ma un impegno serio delle istituzioni che deve essere affrontato senza ideologia e con serietà. Qualcuno suo social ha parlato di rifugiati “belli per criticare il governo. Ma quando ce li hai in casa scopri che non sono tutti angioletti”.

L’immigrazione senza sosta non è più sostenibile

Una situazione alquanto paradossale: ora Montanari si ritrova a dover dare atto, forse rendendosi conto realmente per la prima volta di cosa vuol dire avere a che fare con un’immigrazione senza controllo, che le sue tesi non sono tanto positive, che il buonismo ideologico deve giocoforza lasciare il posto alla realtà delle cose, che è tutta un’altra cosa. Lo si vada a chiedere a quanti subiscono, sulla propria pelle, ogni giorno, i tristi effetti dell’immigrazione senza sosta: bande intere di rifugiati illegali che infestano i quartieri periferici delle grandi città, che, in mancanza d’altro, vengono arruolati dalla criminalità organizzata per pochi spiccioli. Per non parlare degli effetti della mancata integrazione, che per questioni meramente numeriche non potrà mai essere adeguata: i migranti finiranno per essere slegati dal nostro tessuto sociale, serbando rancore e sentimenti di odio verso il nostro popolo. E si finisce così come a Siena, dove pachistani del tutto estranei alla vita universitaria in Occidentale, creano disagio e scompiglio tra gli studenti. Anche Montanari l’ha dovuto ammettere: l’immigrazione senza sosta non può essere più sostenuta.

Redazione
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La Redazione de La Voce del Patriota

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