Se non ci fossero quelle confessioni – che però considerando i soggetti e la situazione che si era creata intorno a loro potrebbero anche non voler dire nulla – Olindo Romano e Rosa Bazzi non starebbero in galera nemmeno per sbaglio. A parte infatti le confessioni, gli inquirenti avrebbero contro di loro un nulla quasi assoluto. A cominciare dalla mancanza di tracce – niente di niente, nemmeno la più piccola – rinvenute sul luogo della mattanza. Eppure lì due assassini aveva scorrazzato in lungo e in largo per l’appartamento, in buona parte con scarsità di luce, e si erano accaniti su tre persone, Raffaella Castagna, la madre di lei, Paola Galli, e il bimbo di Raffaella, Youssef Marzouk, di un paio d’anni d’età. E se non il bambino, le prime due un minimo di resistenza l’avranno fatta, soprattutto Raffaella, che era un donnone. Eppure, nemmeno il più piccolo segno sugli aggressori. Nemmeno due capelli strappati. Niente.
Sangue, spruzzi ovunque sulle pareti, e in alcuni punti arrivati addirittura la soffitto, e pozze in terra. Eppure, ancora nulla. Due sprovveduti come Rosa e Olindo, semi-analfabeti, al loro primo omicidio – per altro viste le modalità considerato d’impeto più che premeditato – riescono a non lasciare una traccia, anche piccola piccola. Incredibile. Qualcuno dirà: la fortuna del principiante. Ma non è badando alla fortuna alla sfortuna o attenendosi al proprio teorema, che si fanno le indagini e si scoprono gli assassini.
A questo punto, ci aspettiamo venga rammentato Mario Frigerio, il super testimone, l’unico che si è salvato dalla strage rimanendo ferito in modo gravissimo. Eppure, dal nostro punto di vista, Frigerio suona meglio come testimone a discarica che a carico. E le sue prime parole, al risveglio, parlano di un uomo misterioso, dai tratti mediorientali, grande e grosso che lui non sa chi fosse e che non ha mai visto prima di quel momento. Di più. Dai primi accertamenti, Valeria Cherubini, la moglie di Frigerio, fu finita non nell’appartamento di Raffaella, ma nel proprio. Solo che per averla inseguita fino a lassù, gli assassini sarebbero dovuti tornare indietro e a quel punto incontrare i primi soccorritori, cosa che non è mai accaduta. E infatti, sembrerebbe anche da alcuni rilievi, che qualcuno sia uscito da casa Frigerio attraverso un balconcino che da sul dietro dell’appartamento. Una salto da atleta o quanto meno da persona ben allenata, e agile, che escluderebbe sia Rosa che Olindo.
I dubbi non sono solo questi. Negli anni se ne sono sommati a dismisura, comprese tutte le incongruenze nelle presunte confessioni dei due assassini. Racconti che solo in qualche vaga circostanza concordano con le rilevazioni fatte dalla polizia scientifica.
In tutto ciò, a non essere per niente convinto con la ricostruzione fatta prima dai pm poi dai giudici in tribunale durante tre gradi di giudizio, troviamo l’ultima persona che ci aspetteremmo, quell’Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef. All’inizio, proprio nell’immediatezza dei fatti, fu proprio a lui che si rivolse l’attenzione degli inquirenti. Azouz poi, non era nemmeno un personaggio limpido, ma aveva anche precedenti per droga. Il caso volle, però, che quella sera lui si trovasse nel suo paese, in Tunisia, e che quindi gli fosse possibile vantare un alibi inattaccabile.
Da subito, però, non appena le attenzioni degli inquirenti si spostarono su Rosa e Olindo, Azouz espresse le sue perplessità. Non era sotto casa che bisognava cercare, secondo lui, e Rosa e Olindo erano due colpevoli “troppo facili”, utili per chiudere il caso in fretta e anche in modo politicamente coretto, con due italiani colpevoli in un momento in cui cominciavano i primi mal d pancia nei confronti dell’abbondante presenza extracomunitaria nella penisola. E così, per anni, si sono fatte molte chiacchiere, e il partito degli innocentisti è andato via via ad ingrossare le fila.
Oggi, poi, il colpo di scena. Azouz Marzouk presenta l’istanza di revisione: “Olindo e Rosa sono innocenti”. La richiesta è stata presentata dal legale del tunisino che nella strage dell’11 dicembre 2006 perse il figlio piccolo e la moglie: “Ci sono troppe contraddizioni”. Inoltre, ha aggiunto il legale di Marzouk, l’avvocato Luca D’Auria, “per noi è evidente la frode processuale”. Infatti, ha continuato D’Auria:” Sarebbero troppi gli errori contenuti nelle confessioni rispetto a quanto emerso in seguito. La stessa difesa dei coniugi Romano sta lavorando per la revisione del verdetto e, a questo scopo, ha richiesto ufficialmente l’accesso a reperti mai analizzati ma rinvenuti sulla scena del crimine, tra cui un accendino, un mazzo di chiavi e dei peli.”
Attualmente, Olindo Romano e Rosa Bazzi sono reclusi rispettivamente nei carceri di Opera e di Bollate, mentre il principale testimone, Mario Frigerio, è venuto a mancare anni fa così come, a Maggio dello scorso anno, è venuto a mancare Carlo Castagna, padre di Raffaella, imprenditore molto conosciuto nella zona.