Esclusiva: simulazione elettorale con taglio parlamentari. Vincono i Sovranisti.

Andiamo con ordine. Di recente il Senato ha approvato la riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Già lo scorso maggio la Camera aveva approvato la proposta di riforma costituzionale sul taglio del numero di deputati e senatori. Poi l’11 luglio il Senato ha espresso il voto, per la seconda e ultima volta: dei 230 votanti, 180 hanno votato a favore e 50 contrari. Il sì ha quindi ottenuto la maggioranza assoluta, fissata a 161.

Cosa succede adesso? Bisogna sapere che una modifica alla legge costituzionale non segue il percorso legislativo ordinario. Questo tipo di riforme deve essere ratificato per ben due volte da entrambe le Aule del Parlamento, con una pausa di tre mesi dal voto. Quindi, adesso resta ancora una sola lettura alla Camera e poi la riduzione del numero dei parlamentari sarà una realtà.

La riduzione del numero dei parlamentari. La probabile approvazione del disegno di legge Costituzionale apre le porte ad un significativo sfoltimento dell’esercito di parlamentari attualmente esistente. La nuova legge porterebbe infatti alla riduzione dei Deputati da 630 a 400 e dei Senatori da 315 a 200.

La nostra simulazione dell’impatto sui risultati elettorali

Molto si è discusso e scritto sull’argomento in termini di riduzione dei costi della politica, meno si è parlato dell’impatto sui rapporti di forze tra forze politiche e sulle possibili alleanze.

I criteri usati. Per simulare i vari scenari, utilizzando i dati delle recenti elezioni europee, è stato necessario fare un lavoro minuzioso sui nuovi collegi uninominali. Quest’ultimo esercizio, non semplicissimo, visto che il DDL determina il numero di seggi per circoscrizione, ma non prevede ancora i confini dei nuovi collegi uninominali, è stato fatto partendo dai collegi delle elezioni del 2018 ed aggregandoli seguendo i limiti geografici dei comuni e delle grandi città.

In termini di alleanze sono realistici due scenari per il Centro destra: uno, quello classico, del Centro Destra unito; l’altro dei Sovranisti senza Forza Italia

Primo scenario – Centrodestra classico

Come si vede, il Centro Destra potrebbe contare su un’ampia maggioranza, sia alla Camera che al Senato, al limite della maggioranza dei due terzi che permetterebbe riforme istituzionali.

Il Centrodestra tiene, il Movimento 5 stelle viene decimato. Altra considerazione interessante è che il Centro Destra manterrebbe quasi i parlamentari delle elezioni del 2018, mentre i 5 stelle ne uscirebbero decimati.

La ripartizione dei seggi uninominali a livello territoriale sarebbe la seguente:

CAMERA

SENATO

Come si vede il Centro Destra unito conquisterebbe tutti i seggi delle Isole e risulterebbe ampiamente maggioritario in ogni zona d’Italia

 

Secondo scenario – Polo Sovranista senza Forza Italia

Ancora più interessante è lo scenario con il Polo Sovranista formato da Lega e Fratelli d’Italia da una parte e Forza Italia in coalizione con la SVP dall’altra.

Sul territorio la situazione sarebbe la seguente…

CAMERA

SENATO

In questo clamoroso scenario si evince che i Sovranisti guidati da Giorgia Meloni e Matteo Salvini avrebbero la maggioranza da soli e tale maggioranza sarebbe in realtà ancora più solida alla luce degli ultimi sondaggi che danno entrambi i partiti della coalizione in crescita rispetto alle Europee .

Tuttavia, sia i Sovranisti, sia Forza Italia hanno interesse, da una prospettiva meramente elettorale, ad andare uniti per massimizzare il numero di seggi. In realtà, i tre partiti avrebbero ognuno più seggi presentandosi uniti, recuperando seggi togliendo collegi ai 5 stelle al Sud e nelle Isole ed al Centro Sinistra nel Centro Italia.

Per ora la simulazione ci offre delle proiezioni molto suggestive per il centrodestra italiano, sia nell’uno che nell’altro caso, ma l’ultima parola resta alla seconda lettura della legge di riforma, prevista alla Camera, probabilmente alle porte del prossimo autunno.

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