Esclusivo: ecco come la Turchia di Erdogan recluta giovani islamisti

Turchia. Uno degli aspetti più inquietanti ma meno esaminati delle strategie neo-ottomane del presidente sultano Erdogan, riguarda le politiche attuate in ambito giovanile dal partito islamista di cui è leader incontrastato e incontrastabile. Nel corso dei suoi 16 anni di predominio, l’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi – Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, nome tipico dei partiti espressione della Fratellanza Musulmana) ha concentrato l’attenzione sullo sviluppo di una forte militanza e di una marcata identità politico-religiosa nelle nuove generazioni a livello sia domestico che internazionale. Grande impulso è stato quindi dato all’associazionismo studentesco, in particolare con la creazione di due organizzazioni: UDEF (Uluslararası Öğrenci Dernekleri Federasyonu – Federazione delle Associazioni Studentesche Internazionali, www.udef.org.tr) e TUGVA (Türkiye Gençlik Vakfı – Fondazione della Gioventù della Turchia, www.tugva.org), nate rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Pur collocandosi ufficialmente sotto l’alto patronato del governo, sono entrambe emanazioni dell’AKP e della sua linea islamista.

A differenza di TUGVA, dedicata soprattutto a studenti e giovani professionisti di nazionalità turca, UDEF si rivolge al crescente numero di studenti musulmani stranieri presenti in Turchia e provenienti da Medio Oriente, Asia, Africa e Balcani. Questi oggi superano i 110 mila (nel 2004 erano 12 mila) e tra i suoi iscritti ne vanta ben 80 mila (in crescita esponenziale rispetto ai 30 mila del 2013). Con sede a Istanbul, la rinnovata capitale della Turchia neo-ottomana di Erdogan, UDEF raccoglie oltre 50 associazioni studentesche basate in più di 40 città (www.udef.org.tr/derneklerimiz) e agli studenti stranieri fornisce assistenza, borse di studio e formazione politica, culturale e spirituale.

UDEF riserva una particolare attenzione agli studenti che arrivano dalla Siria per agevolarne le pratiche d’iscrizione all’università e altre questioni burocratiche. Gli studenti siriani che in Turchia usufruiscono di una borsa di studio sono oltre 2.000 ed è stata avanzata l’idea di costituire un college destinato solo ai rifugiati siriani. Obiettivo dell’UDEF è inoltre quello di accrescere l’offerta dell’insegnamento universitario in lingua araba, in modo da aumentare l’affluenza di studenti dal Medio Oriente.

Studenti di UDEF in preghiera a sostegno dell’Esercito Turco.

TUGVA, basata anch’essa a Istanbul, è presente in tutte le 81 province della Turchia e mette a disposizione borse di studio per i turchi e alloggi anche per studenti stranieri. Rispetto all’UDEF, ha un profilo maggiormente politico, volto alla formazione di una nuova classe dirigente che risponda ai criteri dell’AKP.

In entrambi i casi, l’orientamento islamista è comunque univoco e trova piena corresponsione tra gli studenti sia turchi che stranieri, presso i quali è frequente l’uso della “rabia”, il saluto a quattro dita tipico dei Fratelli Musulmani; l’ex presidente egiziano Morsi è considerato un’icona, insieme allo sheikh Yusuf Al Qaradawi (guida spirituale mondiale dei Fratelli Musulmani, nonché tele-predicatore di Al Jazeera e membro acquisito del clan Al Thani al potere in Qatar); la questione palestinese s’identifica esclusivamente con Hamas; l’Occidente è considerato in maniera ostile, secondo l’impostazione tradizionale della Fratellanza mutuata da Erdogan e dall’AKP. ISIS viene condannato formalmente e non gode di aperto supporto, ma nei suoi confronti non vi è neppure un’autentica ostilità. In realtà, dal punto di vista ideologico ISIS viene considerato come un componente legittimo della famiglia islamica e l’obiettivo del califfato è largamente condiviso dagli studenti almeno dal punto di vista ideale. Il senso di appartenenza alla comunità musulmana mondiale è ben radicato e trae forza sempre maggiore dalla convinzione dell’ascesa dell’Islam in Occidente.

Una delegazione di TUGVA

La Turchia viene considerata il paese leader tra quelli musulmani e questa percezione è alimentata dagli esponenti dell’AKP che partecipano alle numerose iniziative promosse da UDEF e TUGVA, a cui Erdogan in persona non manca d’intervenire. Famosi sono i raduni che si svolgono periodicamente a Istanbul che riuniscono migliaia di giovani da tutta la Turchia insieme ai coetanei stranieri, uniti dallo slogan “Siamo fratelli”. In tali occasioni, Erdogan tocca i punti classici della sua retorica panislamista, enfatizzando i concetti di “fratellanza” e di appartenenza alla “umma” e invitando gli studenti a “lavorare insieme contro le ingiustizie e le dittature”.

Erdogan punta così ad affermare la Turchia quale principale punto di riferimento in ambito educativo-religioso nel mondo musulmano, in competizione con Al Azhar in Egitto e l’Università della Mecca. Ma soprattutto il presidente sultano punta a far sì che una volta tornati in Siria, Egitto, Tunisia, Somalia, Sudan, Tanzania, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Kyrgyzstan, Malesia, Kosovo e Bosnia-Erzegovina, questi giovani, diventati pedine adulte nello scacchiere transnazionale dei “Fratelli Musulmani”, contribuiscano attivamente all’avanzata dell’agenda islamista nei loro rispettivi paesi. La Turchia è oggi come “una seconda casa per voi”, gli ricorda Erdogan, ma “non lo dimenticate mai, continueremo a stare con voi”.

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Souad Sbai
Souad Sbai
Giornalista, scrittrice, Presidente del Centro Studi "Averroè"

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