Dalla desecretazione dei verbali del comitato tecnico scientifico è emerso un dato oggettivo, secondo le indicazioni fornite al Governo le misure di contenimento del coronavirus si sarebbero dovute differenziare per territori. È nella riunione del 7 marzo, quarantotto ore prima del lockdown totale, che gli esperti si riuniscono e stilano il documento con cui propongono di “adottare due livelli di misure di contenimento: uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”. Conte invece, nonostante queste indicazioni, decideva per il lockdown totale, sottoponendo tutte le Regioni d’Italia alle stesse stringentissime misure.
Ebbene, già nel mese di Aprile l’ufficio studi di Fratelli d’Italia aveva messo a punto uno studio statistico sulla reale mortalità in Italia nel mese di marzo 2020, diviso per provincia e per Regione e fatto sulla base dei dati Istat. I risultati, messi nero su bianco, venivano peraltro comunicati in una conferenza stampa, durante la quale si dava sostanzialmente conto dell’illogicità delle misure restrittive così come adottate dal governo.
Lo studio coordinato dal dott Francesco Filini, sulla base dei dati elaborati dal Dott Moricca esperto statistico, aveva indotto il senatore Fazzolari ad esprimere una posizione estremamente netta sulle modalità di applicazione delle misure restrittive, fino ad affermare molto chiaramente che “… la diffusione non uniforme sul territorio nazionale porterebbe a considerare non sensato chiudere le attività produttive e bloccare l’intera Nazione, ma piuttosto differenziare le ‘zone rosse’ nelle quali l’epidemia è molto diffusa, da quelle dove il virus è poco presente, con diversi livelli di restrizioni. Una soluzione maggiormente sostenibile dal punto di vista economico e di sostegno pubblico”.
Senza conoscere le determinazioni assunte allora dal comitato tecnico scientifico, Fratelli d’Italia ponendo in essere uno sforzo analitico e valutativo tutto suo, aveva dato risposte coerenti con i bisogni nazionali. Ci si era interrogati sulla reale necessità di chiudere tutto, e sulla portata di una misura che molto prevedibilmente avrebbe avuto delle ripercussioni esiziali per il tessuto socio economico italiano. Pur non avendo a disposizione gli stessi strumenti del governo per fare le proprie valutazioni, Fratelli d’Italia ha sentito il dovere e la responsabilità di dare risposte adeguate, che guarda caso oggi trovano pieno riscontro nelle indicazioni fornite al governo, ed alle quali il presidente Conte ha deciso deliberatamente di non adeguarsi.
La domanda dunque è: perché? Perché il governo ha scelto di chiudere tutto indiscriminatamente, pur avendo a disposizione un parere diverso del cts? Perché non si è ritenuto di aderire alle valutazioni degli esperti che lo stesso governo aveva investito? L’Italia è stata improvvisamente e immotivatamente avviluppata nelle spire di un boa constrictor che l’ha soffocata, economicamente in ginocchio, con settori che difficilmente riemergeranno dalla crisi. Perché? A chi giova? Cui prodest?