“Davanti a una simile tragedia dobbiamo dirlo chiaramente: tutti coloro che hanno visto e non hanno denunciato sono in qualche modo corresponsabili. Pensare che un laboratorio illegale di fuochi d’artificio potesse esistere all’interno di un appartamento senza che nessuno intervenisse e’ qualcosa che non riesco a spiegarmi”.
Il giorno dopo l’esplosione che ha scosso l’intera comunità di Ercolano e strappato la vita a tre giovani due ragazze di 26 anni e un ragazzo di 18 il sindaco, Ciro Bonajuto, esprime dolore e rabbia per l’accaduto. “Perdere giovani vite per un’attività così pericolosa, svolta in modo clandestino, e’ qualcosa che sconvolge e indigna al tempo stesso – aggiunge – siamo vicini alle famiglie colpite: questa e’ una tragedia che coinvolge tutta la comunità”.
Sul fenomeno dei laboratori illegali, il primo cittadino della città vesuviana sottolinea la necessità di intervenire su due fronti: “Intensificare i controlli è fondamentale, ma non basta. Serve una battaglia culturale nelle scuole, aula per aula, bambino per bambino, per spiegare che l’illegalità non è mai la strada giusta e che mette a rischio vite umane. Non possiamo rassegnarci a un territorio dove l’irregolarità è percepita come normale”.
Quanto al tema delle opportunità lavorative per i giovani, Bonajuto si concentra sulla legalità come unica strada possibile. “Capisco la disperazione di chi accetta qualsiasi lavoro, anche rischioso. Ma promuovere una cultura della legalità è essenziale. Forse il percorso sarà più lungo, ma garantirà maggiore dignità e sicurezza. Lottare contro l’abusivismo salva vite e, nel lungo termine, premia chi lavora in modo regolare”, rimarca il primo cittadino di Ercolano.
A Bonajuto, gli fa eco così Peppe Jossa, sindaco di Marigliano, la città in cui risiedevano le due giovani coinvolte nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio abusiva, “Sono vittime sacrificali”: così le definisce il primo cittadino mariglianese.
“Sono affranto. La notizia della morte delle gemelle Sara ed Aurora Esposito, rimaste vittima dell’esplosione di Ercolano insieme con Samuele Tafciu è stata una doccia fredda per tutta la comunità. La morte non può essere il prezzo che deve pagare chi, pur di sbarcare il lunario, accetta un lavoro che lavoro non è. Se gli inquirenti confermeranno quanto emerso in queste ore, i tre ragazzi non potranno nemmeno essere iscritti nella altrettanto triste lista delle morti bianche, ma in quella dei tanti fantasmi del lavoro senza regole, senza sicurezza e senza futuro”, prosegue il primo cittadino. “A nome della comunità mi stringo intorno alla famiglia di Sara ed Aurora alle quali non faremo mancare calore e sostegno”, conclude Jossa.
Intanto, sono in corso sopralluoghi degli artificieri nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio esplosa ieri pomeriggio in via Patacca, 94 a Ercolano L’area che conduce al luogo è stata chiusa al passaggio pedonale e veicolare per consentire le operazioni ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. Una scuola per l’ Infanzia vicina al luogo in cui è avvenuta la tragedia, questa mattina, è rimasta chiusa in via precauzionale. Due abitazioni attigue alla fabbrica sono state evacuate: si tratta di due nuclei composti in totale da dieci persone. Sul posto presenti agenti del Commissariato Portici-Ercolano, Polizia Municipale e Carabinieri.