E’ vero, siamo la Nazione della pizza, degli spaghetti e dei mandolini, ma siamo anche quelli che costruivano imponenti acquedotti, templi meravigliosi, anfiteatri entrati nella legenda, città incredibili quando nella maggior parte dell’odierna Europa le popolazioni locali accendevano il fuoco con due pietruzze e un po’ di paglia, si tingevano il viso di blu e avevano nei dolmen – per carità, molto suggestivi – la loro massima espressione artistica.
Siamo anche quelli del Rinascimento, della grande architettura, della pittura, della scultura. Custodiamo sul nostro territorio il 76% del patrimonio artistico mondiale. Quello che colpevolmente giace praticamente dimenticato nei magazzini delle nostre Belle Arti, farebbe la felicità di qualsiasi paese al mondo che volesse fondare il suo turismo sull’arte.
Solo a voler visitare tutte le incredibili rocche, le città medievali fortificate, i palazzi principeschi, le ville nobiliari, i conventi stracolmi di capolavori – non a caso spesso convertiti in lussuosi bed & breackfast – i castelli turriti o addirittura i palazzi reali, non basterebbe una vita. Eppure una parte della nostra gente, quella che tra l’altro spesso pretende di essere quella “colta, preparata, valida” – cioè la sinistra italiana – pare disprezzare tutto ciò e vivere di esterofilia al punto di arrivare anche a modificare la storia pur di farla aderire alla loro folle visione.
Gli ultimi due eclatanti casi sono stati quelli di un giornalista di TG RAI (rete di stato) che ha definito italo-francese Leonardo da Vinci probabilmente perché aveva udito un ministro francese dire lo stesso, e quello di Enrico Letta, ex presidente del Consiglio Italiano poi “disarcionato” da Matteo Renzi (ve lo ricordate quel “Enrico stai sereno”?), che stavolta se l’è presa niente di meno con l’imperatore Claudio. E allora andiamo un po’ a vedere cosa è accaduto dopo un piccolo ripasso…
Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, nasce a Lugdunum il 1 agosto del 10 aC e muore a Roma il 13 ottobre del 54. E’ il quarto imperatore romano (41-54) e appartiene alla grande dinastia giulio-claudia, cosa che gli permise appunto di salire al trono. Per il resto, infatti, non molti avrebbero contato su di lui, se no altro per qualche infermità fisica da cui era affetto e che lo tenne lontano per decenni dalla politica. Malgrado ciò, u un abile amministratore, un grande patrono dell’edilizia pubblica, espansionista in politica estera (sotto il suo comando si ebbe la conquista della Britannia) e un instancabile legislatore, che presiedeva personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti editti in un giorno.
Detto ciò, veniamo ai motivi della querelle. Scrive Enrico Letta in un tweet:
Dunque, secondo Enrico Letta, l’imperatore Claudio, della nobile gens romana giulio-claudia, una delle più gloriose di sempre, figlio di Druso Maggiore, figlio della terza moglie di Augusto, Livia Drusilla, e di Antonia Minore, figlia di Marco Antonio e della sorella dell’imperatore Augusto, sarebbe “uno straniero” soltanto perché nacque a Lione, in un’epoca in cui Lione era in Gallia, provincia romana.
Che figura, professor Letta…