Antonio Tajani, ha preso una strada pericolosa, quella che ha già portato alla rovina altri leader del passato. Le sue recenti posizioni su Ius Scholae ed Europa, dove si è alleato con i socialisti, mostrano una preoccupante tendenza a dimenticare che non sarebbe Ministro degli Esteri e Vicepresidente del Consiglio senza i voti di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, primo partito della Nazione e della coalizione di destra-centro.
È impossibile non vedere un parallelo tra Tajani e Gianfranco Fini, che nel 2008, all’apice della sua carriera (era vicepremier e leader di Alleanza Nazionale), compì un passo decisivo verso la sua fine politica dichiarandosi a favore del voto agli immigrati, scatenando l’ira non solo del suo partito, ma anche degli alleati Silvio Berlusconi e Umberto Bossi.
Presa di posizione che rappresenta il culmine di una serie di errori politici che scavarono un solco incolmabile tra Fini e la base di Alleanza Nazionale. Il motivo era semplicissimo: il leader della destra parlava come un Veltroni qualsiasi, illudendosi di poter trarre un qualche vantaggio politico dalle lisciate di pelo che riceveva dai giornaloni mainstream (ergo di sinistra), senza invece accorgersi di essere utilizzato come cavallo di Troia per mandare a casa il centrodestra.
Ora Tajani sembra ripercorrere quel cammino. In Europa, ha scelto di flirtare con i socialisti che sostengono posizioni agli antipodi del programma anche da lui sottoscritto in occasione delle elezioni politiche e, da qualche giorno, ha cominciato a fare il «controcanto» al Governo (giusto per utilizzare un termine caro a Berlusconi) sullo Ius Scholae. Errore che potrebbe costargli assai caro, poiché gli elettori del centrodestra hanno sempre dimostrato che non perdonano chi tradisce i loro principi per inseguire un consenso che non appartiene alla propria area politica.
Su una cosa Tajani ha ragione, quando afferma che «il mondo è cambiato». Ma nella direzione opposta a quella da lui indicata. Il mondo è cambiato perché in Europa e nel resto dell’Occidente assistiamo a una progressiva sottomissione al radicalismo islamico, al punto che le nostre piazze sono invase da decine di migliaia di persone che manifestano inneggiando a valori diametralmente opposti ai nostri, quelli degli assassini di Hamas. Il mondo è cambiato perché, grazie all’approccio ipocritamente tollerante della sinistra globalista e woke, sono entrati in Occidente migliaia di criminali e terroristi che, nel corso degli anni, si sono resi protagonisti di centinaia di attentati, causando migliaia di vittime innocenti.
Il mondo è cambiato perché chi oggi si ribella all’imposizione del fallimentare modello del multiculturalismo, con il terrorismo e la criminalità che esso produce, viene perseguitato dagli “amici” di Tajani, che non ammettono altra opinione se non quella del pensiero unico che cercano di imporre tacciando tutto il resto di “fascismo”.
Tajani rifletta bene e decida da quale parte del mondo intende stare, prima che siano i suoi elettori a mandarcelo, magari con un bel – metaforico, s’intende – calcio nel sedere.
Dalle macerie lasciate da Gianfranco Fini ripartì Giorgia Meloni, riuscendo nell’impresa di fare di Fratelli d’Italia il primo partito d’Italia proprio in virtù di quei valori di coerenza e determinazione che il popolo di destra vuole vedere rappresentati.
Tajani farebbe bene a ricordarlo ogni volta che tende la mano a chi quei valori non solo non li condivide, ma li combatte apertamente; se invece continuerà su questa strada, l’attuale segretario di Forza Italia rischia di fare la stessa fine di Fini: un leader che ha dimenticato le sue radici e che, per questo, è stato abbandonato dalla sua stessa gente.
A me, ed a chiunque non parli per puro schieramento ideologico, appare immediatamente evidente che il cosiddetto ius scholae è solo un tentativo di porre una opzione sul voto dei presunti 500.000 ragazzi stranieri che potrebbero aspirare con tale riforma alla cittadinanza, ma che sarebbe una norma inopportuna e contraria a qualunque ordinamento civile, in quanto creerebbe un automatismo contrario ad ogni principio di buongoverno. La cittadinanza dovrebbe essere conferita a chi la merita, non a chi presenta un diploma. Che il diploma possa essere un elemento di merito “ci può stare”, ma solo in un quadro di valutazione individuale operata discrezionalmente dall’amministrazione secondo l’indirizzo politico del Governo.
Forza Italia vuole evidentemente mettersi in concorrenza con il PD nell’opzione su tali presunti voti.
Disegno miope, Forza Italia non sembra avere né la forza né le idee per ricreare un Centro “egemone”, con buona pace degli eredi Berlusconi.
Però potrebbe avere l’imbecillità di logorare la coalizione di Governo, che ha bisogno, come hanno bisogno soprattutto gli Italiani, di forza e continuità di azione, data la disastrata condizione in cui i precedenti governi hanno lasciato l’economia la moralità e le finanze pubbliche.
Vorrei “spezzare una lancia” per dire agli italiani che tale forza egemone di Centro esiste già, senza le ambiguità di altri presunti centristi, ed è la forza democratica, liberale e conservatrice di Fratelli d’Italia.
Con affetto
Alessandro
Il pericolo è proprio questo perché Tajani deve render conto del suo operato alla famiglia Berlusconi finanziatrice del partito. Marina e Piersilvio sono sempre più spostati a sinistra,(il padre Silvio si rivolterà nella tomba!) basta vedere come sono aumentate le presenze di “sinistrati” nelle loro televisioni ed alle epurazioni previste per settembre! Spero di sbagliarmi, ma sarà un Vietnam!