Nessuna centralizzazione dei fondi ma un modello di attuazione basato sui risultati in stile ‘Recovery’ per superare una delle criticità più evidenti della Coesione: il cattivo assorbimento delle risorse.
Le parole di Raffaele Fitto all’Eurocamera confermano che per il post 2027, la Commissione europea sta valutando una revisione importante dell’impianto della principale politica di finanziamento ai territori. “Non dobbiamo pensare che sia intoccabile”, ha scandito il vicepresidente responsabile dei fondi strutturali dell’Ue. Promettendo di mantenere un ruolo “di primo piano” per i territori attraverso la governance multilivello e la gestione condivisa della spesa. Una prima riflessione sugli aggiustamenti da fare arriverà con la revisione intermedia del quadro finanziario attesa più avanti nel corso dell’anno e che sarà “prioritaria”.
Nelle parole di Fitto, andrà colta come “un’opportunità” per accelerare la spesa dei fondi disponibili fino al 2027 e allineare maggiormente le risorse alle nuove esigenze, dal momento che le priorità di spesa di questo ‘tesoretto’ da 392 miliardi sono state stabilite nel lontano 2019 e dunque potrebbero non riflettere le sfide attuali. Un modello basato sui “risultati”, ovvero: sulle riforme, sulla scia del Recovery – si accompagnerà a una “buona governance” e più “flessibilità” per affrontare le sfide emergenti oltre che a una semplificazione burocratica.
Di fronte alle pressioni degli eurodeputati più critici su un possibile decentramento della spesa, Fitto ha però messo in chiaro che da parte di Palazzo Berlaymont non c’è intenzione di proporre una vera e propria centralizzazione a scapito dei territori. I timori di perdere terreno nella gestione diretta dei fondi strutturali è stato il vero ‘leitmotiv’ della missione che una delegazione dell’Alleanza Ue di 144 regioni ha compiuto oggi a Bruxelles, in un tête-à-tête con Fitto, con il responsabile del bilancio, Piotr Serafin, e con la vice presidente Roxana Mînzatu. Centralizzare la spesa “sarebbe controproducente per lo sviluppo delle singole regioni ma soprattutto anche per la capacità di spesa delle risorse”, ha osservato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, parlando di una “disponibilità” di Fitto ad “approfondire” le perplessità sollevate dalle regioni. Perché la spesa dei fondi Ue “produca risultati” serve “flessibilità” ma anche lasciare alle regioni un ruolo da “protagonista”, ha concordato il presidente del Lazio, Francesco Rocca.