“Basta con la politica dei no e degli slogan propagandistici: l’Europa dopo il 9 giugno metterà l’agricoltura al centro, puntando sull’innovazione, su una comunicazione che non sia più quella pilotata dagli pseudo-ambientalisti ma che racconti il ruolo fondamentale degli agricoltori sul piano economico e sociale, e su una politica agricola che punti a produrre di più e meglio, coniugando sostenibilità ambientale e redditività per gli imprenditori”: così il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia e presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, ha disegnato il futuro dell’Unione Europea dopo il voto del 9 giugno, in occasione di “Radici del futuro”, evento organizzato questo pomeriggio a Cologna Veneta, nel Veronese.
“Agricoltura vuol dire solo cibo, ma vuol dire anche manutenzione del territorio e geopolitica: ce lo hanno dimostrato anche recentemente la guerra in Ucraina e le mosse della Russia in Asia e in Africa”, ha evidenziato De Carlo. “Il futuro dell’Europa è quello di tornare a produrre: basta con una PAC che vuole trasformare i contadini in giardinieri, che premia chi tiene a riposo i terreni anziché chi produce. Noi siamo convinti che sia fondamentale produrre, di più vista la situazione internazionale, e meglio grazie all’innovazione e alla ricerca fondamentali per affrontare le nuove problematiche che sorgeranno con i cambiamenti climatici. Negli ultimi 18 mesi si è registrata un’inversione di tendenza: opportunismo in vista delle elezioni, certo, ma non va sottovalutato il ruolo dell’Italia: siamo la prima nazione a dire no alla carne sintetica, così come a dare il via alla sperimentazione in campo delle TEA – che finalmente anche l’Europa distingue dagli OGM -, e abbiamo dato agli agricoltori il giusto riconoscimento economico per il loro lavoro in campo di assorbimento della CO2 con l’istituzione del registro dei crediti agroforestali.
L’Italia con il Governo Meloni ha segnato il cambio di passo di un’Europa che dopo il 9 giugno tornerà finalmente a dare all’agricoltura il ruolo che le spetta”.