“La crisi immobiliare cinese e il conseguente rallentamento della crescita del paese desta preoccupazione per l’economia europea. Gli effetti sulla nostra economia sarebbero per lo più indiretti, in quanto le esportazioni verso la Cina valgono solo il 2.6% delle esportazione complessive italiane: tuttavia per un paese come la Germania, la cui economia è fortemente interconnessa con la nostra, Pechino rappresenta un partner economico di tutta rilevanza con uno scambio pari a quasi 300 miliardi di euro. Una crisi del dragone rosso colpirebbe dunque la Germania, già da poco in recessione tecnica, e di conseguenza colpirebbe poi tutta Europa. Bene dunque i dubbi finora espressi dal Governo Meloni rispetto all’accordo strategico con la Cina della cosiddetta “Via della Seta” e la possibilità che questo rapporto possa essere archiviato: in questa fase potrebbe risultare addirittura controproducente in termini economici perché siamo preoccupati della bancarotta di Evergrande, come recentemente sottolineato anche dal Ministro Urso al Meeting, e va ricordata la diminuzione delle esportazioni del quasi 7% rispetto l’anno precedente. Inoltre, sarebbe poi inopportuno oggi anche da un punto di vista geopolitico visti i legami tra i regimi di Pechino e di Mosca. La riprova della scarsa lungimiranza dell’accordo firmato dal Governo Conte con la Cina”.
Così il deputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione lavoro e impresa Silvio Giovine.