Negli ultimi tempi, il mondo dell’informazione in rete è preda di una brutta nuova moda: quella di chi diffonde opinioni personali per fact checking. Come nel caso di oggi dell’AGI – Agenzia Giornalistica Italia, che in questo articolo, si sforza (non abbastanza) per etichettare come bufala la nostra pubblicazione del documento interno al servizio giuridico della Commissione Europea. Quello che definisce gli effetti legali vincolanti del Global Compact.
Non a caso l’oggetto della Opinion da noi svelata è “The legal effects of the adoption of the Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration by the UN General Assembly“. Meglio tenerlo a mente mentre ragioniamo.
Ricapitolando. L’AGI dice che si tratta di una “bufala europea”, ma riconosce che effettivamente il documento esiste. Insiste – come altri detrattori – sul fatto che non non sia segreto, ma è un fatto che di tale carteggio ne era vietata la diffusione. Nella prima nota del documento è esplicitamente scritto che esso contiene pareri legali utilizzabili solo dall’ufficio che li ha chiesti e non va tramesso al di fuori della Commissione Europea e il suo contenuto non va riprodotto in atti esterni alla Commissione. Il tutto ai sensi dell’art. 4 del regolamento del Parlamento europeo.
Inoltre è vero che il paragrafo 46 dice: il Global Compact è legalmente vincolante. “Si deve concludere che il GCM ha valore legale ed è capace di influenzare il contenuto della legislazione adottata dalla UE“. Ma per l’AGI è l’opinione di una singola persona che ha redatto il parere, non la volontà della Commissione. Peccato che questa singola persona sia del Legal Service della Commissione Europea e abbia prodotto un parere legale con tale oggetto perchè qualcuno lo ha richiesto, certo non per hobby o perchè non sapeva come ingannare il tempo. Cui prodest?
Inoltre, con tutto il rispetto per i colleghi dell’AGI, se un documento come quello da noi pubblicato è così innocuo, come mai ha fatto sobbalzare sulla sedia, come loro stessi riportano, Ministri degli Esteri di Austria e Ungheria, parlamentari europei britannici (che sono sempre molto sensibili a certe fregature), esponenti politici sicuramente non di poco rilievo? Forse il fact checking di autorevoli membri di Governo di Nazioni europee arriva a livelli più complessi, magari possono saperne qualcosa in più sia dell’AGI che di noi.
Tuttavia, l’Agenzia Giornalistica Italia preferisce citare le dichiarazioni di questi politici per costruire una sorta di plot da complotto di un’internazionale sovranista che tenterebbe di spacciare un documento per quello che non è partendo dall’Ungheria di Orban, passando per l’FPÖ Austriaco, lo UKIP inglese fino alla Meloni e FDI in Italia con l’appoggio di testate di “estrema destra”, come Breitbart di Steve Bannon in USA e noi stessi de La Voce del Patriota. Come passare dal fact checking alla fake news.