Fase 2 dell’emergenza Covid e difesa del trasporto pubblico locale in Regione Marche

Marc Andreessen, cofondatore e socio di Andreessen Horowitz, in uno dei suoi ultimi articoli richiamati cita che “tutte le istituzioni occidentali erano impreparate alla pandemia di coronavirus, nonostante serissimi avvertimenti precedenti. Questo MONUMENTALE fallimento nell’efficacia delle nostre istituzioni e sistemi si ripercuoterà come un’onda per il resto del decennio. Ma non è troppo tardi per chiedersi perché e che cosa dobbiamo fare adesso”.
Mascherine e guanti, corse rafforzate e aree di sosta gratis. Il piano offerto al governo dall’Asstra cerca di contemperare la sicurezza dei viaggiatori con i conti economici. Per questo chiarisce per prima cosa che non si potranno moltiplicare le frequenze, come qualcuno ipotizza, perché mancano i mezzi, il personale e la capacità delle reti. D’altra parte non si potrà nemmeno lasciare a terra passeggeri, perché l’eccessivo aumento del numero delle vetture private in giro rallenterebbe i mezzi pubblici.
Il sistema dei trasporti pubblici è colpito duramente dalla crisi post emergenza: oggi più che mai occorre difendere il sistema del trasporto pubblico locale in regione Marche. Nonostante nel corso degli ultimi decenni le zone montane della regione siano state progressivamente abbandonate, la popolazione residente risulta ancora fortemente dispersa sul territorio nelle cosiddette case sparse, che ricordo ISTAT li definisce come «case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato». I dati dell’ultimo Censimento evidenziano come 4 abitanti su 10 risiedano ancora in zone al di fuori dei centri o nuclei abitati, valori, seppur in linea con la media nazionale, superiori a realtà territoriali come Campania (35%), Puglia (37%), Abruzzo e Sicilia (38%).
D’altro canto però si evidenzia una rilevante crescita demografica negli ultimi 20 anni, con la popolazione marchigiana interessata da un incremento del 7,5%, superiore al trend medio di crescita del territorio italiano pari a 6,5%. Tali caratteristiche demografiche manifestano segnatamente un crescente bisogno di mobilità, di spostamenti sul territorio.
I dati relativi al pendolarismo dell’ultimo Censimento ISTAT mostrano come la Regione Marche detenga un coefficiente di mobilità pari a 0,59. Ovvero 6 persone su 10 si spostano ogni giorno sul territorio marchigiano per raggiungere il luogo di lavoro oppure andare a scuola, contro un valore medio nazionale pari a 0,56 ed indicatori sensibilmente inferiori rilevati nelle regioni Calabria (47%), Campania e Sicilia (48%), Puglia e Basilicata (49%).
Tutto ciò per evidenziare che la regione è dinamica sui temi della mobilità e degli spostamenti al suo interno. Appare evidente come prima azione la difesa del sistema del Trasporto Pubblico Locale su gomma, fondamentale in un contesto dinamico quale quello che distingue le Marche.
In tale contesto ed in questo particolare momento post Covid emerge indubbiamente l’importanza dei sistemi di trasporto, ed in particolare quello pubblico locale, che rappresentano una risorsa essenziale del tessuto economico, urbanistico e sociale. Ogni miglioramento della mobilità all’interno di un territorio contribuisce ad accrescerne le potenzialità economiche, anche in tempo di Covid-19, ancora di più.

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Marco Foti
Marco Foti
Marco Carmine Foti Dirigente Nazionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia

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