In Italia nel 2023 le donne hanno occupato meno di una posizione apicale su tre negli organi societari nel settore della moda. Nel tessile e abbigliamento la manodopera femminile nel 2022 è stata del 59,1% mentre nell’industria manifatturiera è pari al 27,8%. Nelle imprese artigiane, invece, nel settore della moda 6 CEO su 10 sono donne e circa un terzo riporta di avere un CdA prevalentemente femminile, con oltre il 60% dei membri donne. Sono questi alcuni dei dati de “Il Barometro Donne e Moda 2024”, realizzato dall’Ufficio Studi di PwC Italia in collaborazione con il “Foglio della Moda” e presentato oggi nella Sala Stampa della Camera nella conferenza “Lavoro e carriere femminili nella moda. Uno sguardo in prospettiva”. All’evento sono intervenuti: Paola Frassinetti, Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Fabio Pietrella, deputato di Fratelli d’Italia, Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Benedetta Petruzzo, Ceo Miu Miu, Gruppo Prada, e Erika Andreetta, Senior partner PwC Italia. Ha moderato l’evento la giornalista Fabiana Giacomotti, curatrice del “Foglio della Moda”.
Per il Sottosegretario Frassinetti, “L’Alta Moda italiana è un tesoro inestimabile dell’artigianato nazionale, simbolo di qualità, creatività, tradizione e cultura. Come Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, voglio sottolineare l’importanza cruciale della formazione per le donne, specialmente in un settore come la moda, dove, nonostante una forte presenza femminile, persistono ostacoli significativi per l’accesso ai ruoli di leadership. Avere donne ai vertici non è solo una questione di equità di genere, ma un passo fondamentale per il progresso dell’intera industria. Per supportare questo sviluppo, il Governo sta promuovendo importanti iniziative formative: il Liceo del Made in Italy, per formare la futura classe dirigente nelle eccellenze italiane, gli ITS Academy, rafforzati da una riforma significativa che crea una filiera formativa tecnologico-professionale, e il potenziamento delle materie Stem. È essenziale che il nostro sistema formativo favorisca l’emergere dei numerosi talenti che l’Italia possiede, soprattutto donne, specialmente nel settore della moda”.
“L’inclusione e l’emancipazione del mondo femminile all’interno del settore della moda – ha sottolineato l’Onorevole Pietrella – è un vanto per il nostro Paese. Abbiamo bisogno di carriere di alto profilo. Le imprese, a partire da quelle più strutturate, intendono sempre di più colmare il gender gap, e stanno cercando personale dotato di competenze, qualifiche e managerialità. Le nuove tecnologie sono in tal senso fondamentali e stanno incidendo sempre di più nel mondo della moda. Ecco perché le aziende stanno cercando profili che siano laureati in materie Stem, discipline che sanno intercettare al meglio l’uso di nuove tecnologie”. “Come Camera Nazionale della Moda Italiana – ha affermato Carlo Capasa – siamo da tempo impegnati sui temi di Diversity, Equity & Inclusion e parità di genere. La moda è centrale nel dare ispirazioni alle nuove generazioni e nel veicolare messaggi positivi, sul tema della parità di genere la moda in Italia è il settore con la più elevata quota di imprenditoria femminile e di donne lavoratrici, anche le percentuali di crescita della presenza femminile nel CdA ci fanno guardare al futuro con fiducia. Si tratta di un messaggio molto importante da veicolare e sul quale la moda deve fare da esempio per gli altri settori”.
“Rispetto alla prima edizione del nostro Osservatorio, la presenza femminile negli organi societari delle imprese del settore é aumentata significativamente, ma é importante continuare a lavorare al fianco di istituzioni e associazioni di settore per tracciare modelli di best practices, azioni di sistema e politiche di supporto al welfare aziendale”, ha detto Erika Andreetta. “Le capacità manageriali di visione strategica, abilità organizzativa e flessibilità sono genderless ed è importante darsi la possibilità di non scegliere tra la carriera e la vita privata”, ha dichiarato Benedetta Petruzzo che ha aggiunto: “La percentuale di donne nel top management del Gruppo Prada è pari al 44% e il brand Miu Miu è ancora più virtuoso”. “Lavorando a un progetto universitario mi ero resa conto che la percentuale di donne che lavoravano nella moda era molto alta, ma la qualità della loro crescita professionale era molto difficile. A poco a poco però si sta verificando un cambiamento. Anno dopo anno l’Osservatorio ‘Donne e Moda’ va rafforzandosi integrando più competenze e favorendo operazioni di influenza e formazione dentro le stesse aziende. Il fatto poi di premiare le aziende più virtuose e aver istituito borse di studio in lauree Stem dovrebbe aiutarci nel nostro obiettivo di azzerare il gender gap”, ha sottolineato Giacomotti.