Il dipartimento cultura di Fratelli d’Italia della Regione Lazio denuncia come folli le decisioni che sono state adottate per il settore cultura e in particolare per il comparto dello spettacolo dal vivo (teatro, cinema, sale da concerto, etc) contenute nell’ultimo DPCM.
“Quello culturale, dichiara il Coordinamento regionale, è stato fin dall’inizio uno dei settori più attenti, se non il più attento, nell’osservare le norme emanate dal governo e dal comitato scientifico, risultando infatti uno dei settori più sicuri. Lo confermano i dati dell’AGIS: dal 15 giugno al 10 ottobre, su 2782 spettacoli, con 347.262 spettatori il numero delle persone contagiate è pari a 1. Lo spettacolo dal vivo è da sempre attento al suo pubblico, senza il quale non esisterebbe, e questi dati lo confermano. Per questo Fratelli d’Italia chiede di riaprire immediatamente i teatri e i luoghi di cultura al pubblico. Inoltre, la produzione deve essere incentivata e garantita con produzioni discografiche, DVD ed eventi in diretta streaming, utilizzando tutte le risorse artistiche interne, proponendo un’offerta culturale che coinvolga il maggior pubblico possibile”.
“Allo stato attuale – continua il Coordinamento – già varie fondazioni ed enti stanno perseguendo questa via. Il Petruzzelli di Bari e la Toscanini di Parma, ad esempio, hanno già in programma per i giorni imminenti spettacoli in streaming, mentre Trieste e Milano continuano la produzione con prove artistiche. Riguardo, invece, le piattaforme online, come I-Drama, vanno aiutate a crescere fermo restando che nessuna telecamera sarà mai in grado di riprodurre l’emozione di uno spettacolo fruito dal vivo che dev’essere, il prima possibile, autorizzato e incentivato a riaprire”.
“Il settore cultura – precisa nella nota il Coordinamento – conta migliaia di lavoratori, e se poi si considera l’indotto prodotto (tecnici, ristoratori, tassisti, uffici stampa, agenzie di prevendite) parliamo di milioni di persone che sono sempre state attente alle norme. Sarebbe la prima volta nella storia che il primo della classe viene punito per aver fatto il proprio dovere”.
“In altre nazioni dove la situazione sanitaria è analoga alla nostra (Spagna, Grecia, Bulgaria, Austria, Germania) non è stato sospeso alcun evento pubblico, perché si è capito che la cultura, arricchendo la mente e lo spirito, fa bene al corpo. Si chiede, quindi, al governo un immediato cambio di rotta evitando ulteriori restrizioni e chiusure che comporterebbero la morte di un settore strategico per l’Italia.”
“Una nazione come l’Italia” conclude il coordinatore regionale di FDI l’On. Paolo Trancassini “che della cultura è patria, non può uccidere per decreto la propria storia, la propria identità e il futuro di migliaia di lavoratori. Se chiuderanno i palchi gli artisti troveranno altri luoghi per esibirsi perché l’Italia ha bisogno della sua arte. Non crediamo si possa dire lo stesso di questo governo e in particolare del ministro Franceschini che ha dimostrato di non sapere, o volere, difendere l’eccellenza rappresentata dai nostri artisti”