Tra i primi provvedimenti adottati dal Governo sull’intero territorio nazionale per contrastare l’epidemia di coronavirus, dopo le limitazioni imposte negli undici comuni dell’iniziale zona rossa, troviamo quello della chiusura delle scuole. Provvedimento che ha visto rincorrersi annunci e smentite, con il Presidente Conte e i ministri alla pietosa ricerca di visibilità, nella speranza che un annuncio dato agli italiani in prima persona potesse portare fama e gloria imperiture. Di fatto, per inseguire il quarto d’ora di notorietà che non si nega a nessuno, solo in serata le famiglie sono state messe al corrente della chiusura delle scuole, che sarebbe poi scattata dal giorno immediatamente successivo. Senza che alcuno potesse organizzarsi, senza che madri o padri lavoratori potessero programmare la permanenza a casa, senza che le famiglie tutte fossero tenute minimamente in considerazione dal Governo, come purtroppo spesso siamo stati abituati.
Con la conseguenza che tanti si sono dovuti affidare ai nonni, estremo baluardo del nostro sistema sociale troppo spesso ignorato o, peggio ancora, trascurato, utile solo per le statistiche. Cosa peraltro prevedibile anche dai soloni del ministero che si erano affannati, nei giorni precedenti, a chiedere che proprio gli anziani fossero tenuti più al riparo degli altri e possibilmente anche lontano dai nipoti, per la fragilità della loro condizione di fronte all’avanzare del contagio.
Così, di errore in nefandezza, il provvedimento di chiusura delle scuole è stato varato e annunciato agli italiani. E ne hanno fatto le spese, come detto, un po’ tutti.
E da subito Fratelli d’Italia ha posto un problema che evidentemente ai piano alti del Ministero dell’istruzione non si erano posti, ovvero il sostegno alle famiglie costrette a rimanere a casa con i figli piccoli, quando ancora le misure di limitazione degli spostamenti e del lavoro non erano state adottate. È così nata la proposta del bonus baby sitter e quella del congedo parentale, in parte recepite dal Governo e che hanno portato sollievo in una situazione tanto complicata, seppur con meccanismi alquanto farraginosi e non sempre propriamente idonei.
Ora però, con la prolungata chiusura delle scuole e il dubbio che l’anno scolastico terminerà tra le mura di casa piuttosto che tra quelle delle aule, le incognite e le difficoltà si sommano e si rincorrono. E uno dei problemi maggiormente sentiti dalle famiglie italiane, magari anche in affanno per le chiusure imposte dai provvedimenti draconiani varati dal Governo sui posti di lavoro, sulle attività commerciali e produttive e quant’altro, è l’aver magari pagato rette scolastiche per servizi che non saranno più resi, o comunque che certamente non saranno resi per diverse settimane.
Anche in questo caso fratelli d’Italia ha sollevato la questione, visto che il Governo non sembra essersela posta, non avendone fatto alcun cenno nel decreto “Cura Italia”. È stato così depositato un emendamento al Senato, che si spera possa essere approvato in sede di conversione del decreto. Si tratta dell’emendamento 87.0.2. a firma Ciriani, Calandrini, Fazzolari, che chiede in maniera molto chiara ed esaustiva l’inserimento di un nuovo articolo dal titolo eloquente: “Rimborso rette scolastiche”. Un emendamento semplice, senza fronzoli, con cui si stabilisce che le famiglie siano rimborsate delle rette scolastiche per i servizi non fruiti durante i periodi di sospensione delle attività (servizi ad esempio come mensa, trasporto scolastico, ecc.); con i dovuti e necessari accorgimenti che disciplinano l’ammontare dell’importo e le condizioni per accedere al beneficio, a seconda che si tratti di asili nido e scuole dell’infanzia pubblici o privati ovvero di scuole di ogni ordine e grado pubbliche o private.
Una cosa semplice, una cosa doverosa. Che Fratelli d’Italia sente come propria, a ulteriore testimonianza di come l’attenzione per le famiglie sia uno dei capisaldi dell’agire politico di Giorgia Meloni e del suo partito. Cosa che invece non è sembrato essere nelle corde del Governo, a ulteriore testimonianza della distanza che, ancora una volta, sembra esserci tra questa maggioranza e gli italiani.
Di seguito, il testo dell’emendamento 87.0.2 presentato da Fratelli d’Italia al Senato.
AS 1766
CIRIANI, CALANDRINI, FAZZOLARI
87.0.2
Articolo 87
Dopo l’articolo 87, inserire il seguente:
«Art. 87-bis.
(Rimborso rette scolastiche.)
- In considerazione della sospensione dei servizi educativi per l’infanzia nonché delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado – a seguito della situazione di emergenza sul territorio nazionale relativa al rischio di diffondersi del virus COVID-19 – alle famiglie è riconosciuto il rimborso delle rette già versate, secondo quanto stabilito al comma 2 del presente articolo.
- Nel caso di pagamenti a cadenza periodica ovvero di pagamenti anticipati in un’unica soluzione già effettuati, ai nuclei familiari interessati è corrisposto – in proporzione ai giorni di mancato svolgimento ovvero di mancata fruizione dei singoli servizi e delle singole attività nei periodi di sospensione – :
- il rimborso integrale di quanto versato agli asili nido e alle scuole dell’infanzia statali, comunali e paritari;
- il rimborso di quanto versato agli asili nido e alle scuole dell’infanzia privati, a condizione che abbiano un indicatore economico equivalente ISEE non superiore all’importo di euro 60.000 euro, e per un importo massimo non superiore a 500 euro su base mensile;
- il rimborso integrale di quanto versato alle scuole di ogni ordine e grado statali, comunali e paritarie, a condizione che abbiano un indicatore economico equivalente ISEE non superiore all’importo di euro 60.000 euro;
- il rimborso di quanto versato alle scuole di ogni ordine e grado private, a condizione che abbiano un indicatore economico equivalente ISEE non superiore all’importo di euro 60.000 euro, e per un importo massimo non superiore a 300 euro su base mensile.
- Con successivo decreto del Ministro dell’Istruzione da emanare, di concerto con Il Ministro dell’economia e della finanze, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono determinati i requisiti e le modalità per l’accesso ai rimborsi di cui al comma 2, ivi compresi i criteri per l’individuazione degli importi da corrispondere ai singoli nuclei familiari beneficiari.
- Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata una spesa di euro 200 milioni per l’anno 2020. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per esigenze indifferibili connesse ad interventi non aventi effetti sull’indebitamento netto delle PA di cui all’articolo 3, comma 3 del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3.».