“Oggi il GIP del Tribunale di Milano ha confermato il mio patteggiamento ad una pena concordata per il reato di corruzione impropria.
Ho accettato a malincuore questa soluzione, al solo scopo di poter continuare la mia attività politica senza la minaccia pendente di un lungo processo che avrebbe potuto portare ad una richiesta di condanna assolutamente sproporzionata rispetto alla natura e all’entità dei fatti”.
È quanto dichiara in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza.
“Ho deciso di patteggiare poiché, secondo la giurisprudenza più recente, questa scelta processuale non implica alcuna assunzione di responsabilità penale. Ribadisco che il fatto contestato, ovvero le dimissioni di un consigliere comunale di Brescia, è stato frutto non di corruzione, ma di un accordo politico tra colleghi di partito – come tanti ce ne sono in tutti i partiti – e di una libera determinazione dello stesso consigliere. Tengo inoltre a ribadire che, contrariamente a quanto comunemente accade quando si parla di corruzione: non ho percepito alcuna somma illecita; non ho compiuto alcuna malversazione di risorse pubbliche, poiché il contratto part-time considerato strumento della corruzione non è mai stato contestato dalla scrupolosa amministrazione del Parlamento europeo perché sono state corrisposte regolari prestazioni lavorative; non ho influenzato procedure concorsuali pubbliche, poiché la composizione del proprio staff è una scelta totalmente discrezionale di ogni europarlamentare; non ho causato alcun danno al Comune di Brescia che anzi, a seguito di quelle dimissioni, ha potuto contare su un consigliere comunale molto più attivo, come possono confermare politici locali di tutti gli schieramenti. In definitiva, nessun cittadino italiano è stato danneggiato dalle condotte che mi sono state contestate.
Rimane il rammarico per la genesi di un’inchiesta che nasce da un esposto anonimo, depositato non casualmente poche ore dopo l’apertura dell’indagine “Lobby nera” (dalla quale non è emerso alcun illecito a mio carico), al solo scopo di approfittare della sua eco mediatica per colpirmi politicamente: un comportamento che da solo basta a qualificare chi lo ha messo in atto.
Chiusa anche questa pagina, potrò dedicarmi con maggiore serenità al mio lavoro al Parlamento Europeo e all’importantissima campagna elettorale che ci attende per le elezioni europee del prossimo 9 giugno”.