Figuraccia di Repubblica: “Ue allarmata dallo Stato di diritto in Italia”, ma la Commissione smentisce

Repubblica questa mattina aveva già preparato un nuovo piano per screditare il lavoro del governo Meloni. Questa volta l’inchiesta riguardava nientemeno che lo Stato di diritto, sul cui rispetto in Italia, secondo il racconto di Repubblica, l’Europa era pronta a indagare. “L’Italia sotto esame” si leggeva stamattina in prima pagina a sugello di un articolo che elencava le 19 diverse materie su cui la Ue stava per ascoltare il governo italiano: Repubblica va nel dettaglio, raccontando di una Europa “in allarme” su alcune misure già approvate o ancora in discussione dalla maggioranza. Dal premierato alla prescrizione, dalla Rai all’abuso d’ufficio, dalle intercettazioni allo stato della libertà di stampa: secondo Repubblica, il controllo dello Stato di diritto sarebbe dovuto avvenire questa mattina fisicamente tra funzionari italiani ed europei, con i ministri Fitto e Nordio destinatari della “maggior parte delle richieste di chiarimenti”.

Il solito sensazionalismo di Repubblica, come sempre pronta a stravolgere la realtà dei fatti in preda a una mai sopita smania inquieta di raffigurare le Istituzioni della propria Nazione in un modo distorto e fuorviante. Repubblica si rifà alla solita narrazione di un governo totalitario che combatterebbe il dissenso: “La Commissione – si legge nel pezzo – è in allarme per l’aumento delle cause, anche promosse da esponenti politici, contro i giornalisti”.
Il malizioso racconto di Repubblica non stava in piedi già dall’inizio, già da quando, ad esempio, parlava di una Commissione preoccupata per l’ingerenza politica in Rai, che in questo ultimo anno è stata connotata invece da un forte pluralismo (come poche altre volte nella sua storia). Ma la smentita finale è arrivata direttamente dalla Commissione europea, che ha confutato la tesi su una possibile indagine ad hoc per l’Italia, rientrando le richieste raccontate da Repubblica nel consueto rapporto annuale sullo Stato di diritto: “Non c’è nessuna indagine o ispezione in Italia oggi – fanno sapere da Bruxelles – solo un incontro virtuale con le nostre controparti dato che siamo nella fase in cui prepariamo il rapporto annuale sullo Stato di diritto in tutti i 27 Paesi dell’Ue”. Un normale iter, insomma, che si svolgerà online (e non in presenza) e prevederà, come accade ogni anno, semplicemente degli scambi di informazioni. Una smentita è arrivata in un secondo momento anche da Palazzo Chigi: “Oggi – spiegano – non avrà luogo alcuna ispezione né visita di funzionari della Commissione europea in Italia ma una breve riunione a livello tecnico in videoconferenza. Si tratta – continuano – di un evento programmato da tempo e che si svolge ogni anno dal 2020 (data in cui è stato istituito questo esercizio) nel quadro di un attività che coinvolge tutti e ventisette gli Stati membri senza distinzione”. In altre parole, solo l’ultima figuraccia di Repubblica.

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