Film-gate, l’eredità del sistema Pd: film flop, truffe e voragine nei conti pubblici

Caso Kauffman, film fantasma, sperpero di denaro pubblico: la Procura di Roma indaga per truffa ai danni dello Stato

Il caso Kauffman

Il sistema voluto da Franceschini, allora ministro della Cultura, ha creato una voragine nei conti pubblici per finanziare film flop e di dubbia provenienza, tanto che ora indaga la Procura di Roma. Il caso più eclatante è “Stelle della notte”, l’opera inesistente dell’assassino di Villa Pamphili a Roma, per il quale il duplice omicida Kauffman ha ricevuto 863mila euro come tax credit. Soldi pubblici buttati che ora i magistrati vogliono capire dove sono andati a finire dato che la pellicola non risulta essere mai stata girata: non c’era un set e non c’erano attori. Contributo erogato a una casa di produzione italiana, Coevolutions srl, che avrebbe dovuto fare da produttore esecutivo della pellicola internazionale “Stelle della notte”, del finto regista. La società italiana è esistente e riconducibile al manager italiano Marco Perotti, il quale afferma di poter dimostrare che il film è stato prodotto. Ora c’è un’indagine per truffa ai danni dello Stato. 

L’indagine della Procura

I pm, dopo l’esposto presentato dall’avvocato Michele Lo Foco, stanno indagando anche sui soldi elargiti per i film mai realizzati. Il ministero della Cultura, negli anni, ha erogato centinaia di milioni di euro per pellicole che non sono mai uscite nelle sale o che sono state trasmesse solo per poter adempiere ai requisiti burocratici richiesti per ottenere l’agevolazione fiscale, con un incasso ridicolo al botteghino. Lo Foco stima uno sperpero di 4 miliardi di euro. Secondo “Il Fatto Quotidiano” ci sono otto film italiani sotto inchiesta per una spesa di 70 milioni di euro, tra questi: ‘Finalmente l’alba’ di Saverio Costanzo, ‘Il sol dell’avvenire’ di Nanni Moretti, ‘Siccità’ di Paolo Virzì e ‘La chimera’ di Alice Rohrwacher. Registi estranei all’inchiesta dato che non sono coinvolti nella gestione contabile dei fondi. “Il Giornale” scrive di 120 pellicole sospette finite sul tavolo della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per vagliare eventuali ipotesi di reato, con l’aiuto della Guardia di Finanza. Sotto la lente ci sono oltre 200 milioni di soldi pubblici, emblema di un sistema malfunzionante con falle e buchi che ha dissanguato le casse dello Stato. “La Verità” ha svelato che nel 2023, il Ministero della Cultura ha ‘regalato’ più di 350 milioni di euro a 55 film stranieri. La norma voluta da Dario Franceschini doveva servire a rilanciare il cinema italiano dopo la pandemia, tuttavia si è scoperto che non si finanziavano solo film nostrani ma anche registi e produzioni internazionali perché avrebbero fatto pubblicità all’Italia, esaltato le sue località e dato lavoro agli operatori del settore. Su 55 film stranieri, di 12 se ne è persa traccia, si conosce solo il titolo. Ci sono però anche finanziamenti dati a film di cui non si conosce neanche il titolo e la casa di produzione non ha un sito internet, opera fantasma che ha beneficiato di sei milioni di tax credit. L’obiettivo era rilanciare il cinema italiano e le piccole produzioni, tuttavia i finanziamenti sono arrivati anche colossal stranieri: ‘Fast & Furious 10’ e ‘The Equalizer 3’ perchè girati tra Roma, Torino e Costiera Amalfitana. Il film con Denzel Washington avrebbe ricevuto 30 milioni di fondi pubblici, di cui 16 destinati al cachet dell’attore. Insomma, regole di accesso al tax credit troppo facilitate, soldi dati senza alcun controllo e a tutti coloro li richiedessero, dai registi internazionali agli assassini. 

Ministro Giuli: “Basta sprechi”

Aveva allora ragione l’ex ministro Sangiuliano, il primo a denunciare gli sprechi del sistema targato Pd, parlando di “storture” e di un meccanismo di detrazione fiscale che “disincentiva la creatività” e “alimenta la mediocrità”. Sangiuliano aveva anche pensato ad una riforma sostanziale per accedere al tax credit: 40% di investimento privato anticipato, accordo con i distributori, numero obbligatorio di proiezioni in sala, un tetto di spesa per star e registi oltre il quale il credito fiscale non scatta. Riforma portata avanti all’attuale ministro della Cultura Giuli, il quale ha annunciato un sistema di correttivi alla legge Cinema: “Stiamo intervenendo con decisione per garantire che ogni euro destinato al sostegno del cinema italiano sia realmente utilizzato per produrre cultura, lavoro e valore. Nessun film fantasma potrà più approfittare delle risorse pubbliche. Basta sprechi: i soldi dei contribuenti devono andare solo a chi fa davvero cinema”.

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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