“Con la normativa attuale si parla di rendita in base ai vani, con la nuova riforma si parlerà di metri quadri. Ed i vani non sono tutti uguali, perché spaziano dai 9 ai 24 metri quadri l’uno. C’è una bella differenza dall’avere 10 vani da 9 metri ciascuno, a 10 vani da 24. Di mezzo ci sono metri e metri quadri di differenza, e di conseguenza di rendita. Come avrà una bella differenza chi ha un appartamento in centro storico accatastato in a4 ed in caso di variazioni si ritroverà tipo un a2 con la classe più alta. Per carità, in questo secondo caso è più che giusta la revisione ma, appunto, dire che nessuno pagherà di più la vedo una presa per i fondelli. E potrei continuare interrogandomi su che incidenza avrà tutto ciò sull’ISEE e quindi a cascata con gli eventuali servizi pubblici (penso asili nidi per esempio), ma la domanda vera è un’altra: all’Europa perchè sta così a cuore la nostra riforma del catasto, obbligati ad inserirla nel PNRR, visto che comunque non dovrebbe produrre nuovo e maggior gettito fiscale?”.
Lo dichiara Lino Ricchiuti, vice responsabile del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia.