“Alla sinistra e parte dei sindacati non piace questa riforma fiscale. Vuol dire che siamo nella giusta direzione. La nuova riforma fiscale è la più grande dall’epoca di quella Visentini. Un cambio totale di paradigma dove il contribuente non sarà più colpevole di dolo fine a prova contraria. Oggi l’Agenzia delle Entrate in caso di incongruenza parte già con una contestazione che dà vita a un atto fiscale, con la riforma l’ente dovrà solo informare il contribuente di alcune discrepanze prima di procedere e il contribuente avrà 60 giorni di tempo per rispondere con le proprie osservazioni. L’agenzia sarà obbligata a rispondere a tali osservazioni prima di inviare se ritiene valide le sue ragioni l’atto di accertamento vero e proprio. Tutto il regime sanzionatorio sarà notevolmente rivisto in ribasso e non i tassi usurai attuali. Questa modalità cammina di pari passo con il concordato biennale, una sorta di dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese. Se gli imprenditori aderiranno alla proposta del fisco, per due anni non risponderanno ad alcun accertamento fiscale e se guadagneranno di più lì terranno in sacca. Oggi se sei bravo e guadagni di più vieni massacrato. Per lo Statuto dei diritti del Contribuente che oggi rappresenta solo un codice di buone intenzioni c’è l’obiettivo di renderlo una legge generale tributaria. Dalle parole ai fatti: lasciare in pace chi vuole intraprendere una attività. Intanto, le imprese accolgono con favore la vicinanza del governo con il dato più alto di occupati dal 2008”.
Lo dichiara il vice responsabile nazionale del Dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.