Fitness e sport: discriminati dal Governo come lavoratori di Serie B

Pubblichiamo l'analisi di Chiara Bertozzo, imprenditrice del mondo del fitness che relaziona sui verbali del CTS e sulle politiche discriminatorie del Governo nei confronti del settore.

Sono una donna imprenditrice del Fitness.

Voglio denunciare la confusione e l’incoerenza in cui brancola il Governo Conte sulle decisioni che coinvolgono il mio settore: sconcertante! A seconda dei momenti e della convenienza politica vengono attribuite al CTS prese di posizione in antitesi tra loro.

Ho voluto analizzare i pochi documenti ufficiali esistenti per ricostruire le reali responsabilità che stanno affossando il mio settore e la mia vita: i verbali del CTS.

Faccio quindi un passo indietro al verbale nr.119 del 18 Ottobre 2020 dove il CTS parla di “rischio correlato all’attività fisica aerobica in luoghi chiusi” e aggiunge “la necessità di una temporanea sospensione delle attività di palestre e piscine raccomandando un adeguamento delle linee guida”.

Tutto ciò verbalizzando anche l’esistenza di posizioni contrastanti tra i tecnici del CTS, alcuni dei quali, si legge nel verbale, non condividono la linea di una sospensione.

Pochi giorni dopo, il 23 Ottobre, vengono definite le nuove linee guida.

Il 24 Ottobre, tramite DPCM, il Governo impone lo stop a tutti, non limitandosi alle palestre e piscine, come suggerito dal CTS, ma estendendolo a tutta l’attività motoria e sportiva in ambienti chiusi, quindi anche a strutture che “palestre” non sono né giuridicamente, né formalmente, né strutturalmente, ma luoghi/imprese/studi/spazi dove si praticano prevalentemente allenamenti non aerobici (posturale, pilates, yoga, stretching, …) essenziali per la salute fisica e mentale della popolazione e che rappresentano il 70% delle attività del settore.

Tutto ciò avviene in modo quasi irreverente verso chi, anche grazie alle celeberrime “indiscrezioni”, aveva già affannosamente adeguato nei giorni precedenti le proprie strutture. Da lì in poi sul concetto di temporaneità della sospensione cala l’oblio di chi ci governa.

Il verbale 121 del CTS del 24 Ottobre 2020 non aggiunge nulla sul tema. Lo sport e l’attività motoria sono già scomparsi dal radar. Eppure solo giorno prima sono state emesse le nuove linee guida per mantenere i centri aperti. Il verbale parla di limitazione agli spostamenti delle persone, ma non cita gli spostamenti verso le strutture sportive. Il Ministro Spadafora invece “interpreta” , attribuendo la reale causa della chiusura alla necessità di limitare gli spostamenti. Il verbale 121 specifica invece che ci si può muovere per svolgere attività e/o usufruire di servizi non sospesi.

Quindi è solo lo “spostamento” l’aspetto che ha portato a chiudere lo sport in Italia ?

Con il verbale 135 dell’ 11 Dicembre 2020 il CTS ha un sussulto e, sottolineando l’importanza dello sport, dichiara “imprescindibile l’immediata riapertura degli impianti” ovviamente quando le condizioni lo consentano. Ecco, ora spetta a chi governa stabilire e comunicare quali siano queste condizioni perché senza la definizione di parametri oggettivi lo sport potrà rimanere chiuso per sempre.

Il CTS incalza ulteriormente, probabilmente percependo debolezza di leadership nel Governo, e raccomanda la “pianificazione delle azioni di riapertura”.

Dov’è questo piano caro Governo ? Dove sono gli step previsti e gli indicatori da realizzare ? Con quali modalità ripartirà lo sport in Italia ?

La dimostrazione plastica della distanza tra gli atti e le “chiacchere” è nella dichiarazione di Beatrice Lorenzin (24 gennaio canale 5) secondo cui “le palestre sono chiuse perche’ il CTS avrebbe certificato che l’infezione si propaga efficacemente nell’aereosol delle palestre”. In quale verbale Onorevole Lorenzin possiamo trovare questa presa di posizione del CTS e quando il Governo ha fino ad oggi dato al settore questa motivazione? Parliamo con dati e documenti; è la serietà che è dovuta nei confronti di un settore economicamente e finanziariamente al collasso.

Oltre agli “equilibrismi dialettici” l’unica risposta governativa allo Sport fino ad oggi è nella parola “ristori”. Una parola che mette i brividi a chi lo sport ama e agli imprenditori del settore per i quali questi ristori rappresentano il prolungamento di qualche settimana di un’agonia verso la cessazione delle proprie attività.

La Costituzione sancisce il Diritto alla salute e pone inoltre, al primo comma del primo articolo, il lavoro come valore fondante della nostra Repubblica. Alla politica il compito di coniugare questi due pilastri costituzionali. A chi Governa la grande responsabilità di stabilire, con alto senso di equità, la distribuzione dei sacrifici imposti dalla pandemia. Uno o pochi settori non può e non deve sostenere il peso per tutti.  Oggi lo Sport con la sua chiusura sta pagando inefficienze organizzative e burocratiche, irresponsabilità di parte della cittadinanza e le aperture di molti altri settori. E’ arrivato il momento di creare le condizioni per una ripartenza immediata dello Sport; anche per i lavoratori di questo settore è arrivato il momento di ispirarsi al primo valore fondante della Costituzione : il LAVORO.

 

Chiara Bertozzo

Partita Iva Fitness

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