La sinistra si prepara a battagliare in Europa contro gli interessi italiani. Non importa se si rovina una grande occasione per i cittadini: l’importante è fare un torto al Governo Meloni, con il quale non si collabora sui grandi temi soltanto perché è di destra. Un copione ripetuto più e più volte: inutili gli appelli al dialogo, ad esempio, rivolti dall’esecutivo all’opposizione in materia di riforma costituzionale, rimasti inascoltati. La sinistra poteva dare il suo contributo per rendere la riforma, magari, più vicina alle esigenze dell’elettorato che pure rappresenta, ma nulla: ha preferito il tête-à-tête e restare nella sua tana ideologica. Chissenefrega se poi gli italiani potrebbero perdere un’opportunità: l’importante, come detto, è fare un torto all’esecutivo.
Contro gli interessi italiani
Un comportamento irresponsabile che in sede europea, là dove si giocano i nostri interessi che si confrontano con quelli degli altri Stati, si inasprisce. Là dove è richiesta maggiore responsabilità, proprio là cadono tutte le narrazioni della sinistra, rivelandosi per quella che è: una fazione politica a cui piace restare ideologicamente rinchiusa nella sua fantasia, a cui piace collaborare con alleati stranieri piuttosto che lavorare per gli interessi italiani. Alla sinistra, infatti, proprio non va giù che all’Italia possa essere riconosciuto un ruolo di peso all’interno della Commissione europea. Ma come, il partito italiano più numeroso all’interno del Parlamento europeo vota contro la maggioranza Ursula ma riesce ugualmente a prendersi un posto importante nella Commissione? Il governo italiano, in pratica, dice no alla maggiora Ursula, ma gli viene riconosciuta comunque una fondamentale importanza in Europa? Com’è possibile, si staranno chiedendo dem e altri compagni. È presto detto: mesi di lavoro intenso, in cui è stata fatta valere la posizione italiana in Europa, la sua importanza a livello storico, culturale, economico, finanziaria, produttivo, industriale, hanno rotto le barriere ideologiche. È il dialogo sui grandi temi da parte del governo che ha permesso all’Italia di superare i vecchi tabù che le erano stati affibbiati, e che ora le consente di stare a ragione, e tra pari, tra le grandi potenze europee.
Un ruolo di peso
Secondo le indiscrezioni, a Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, commissario designato dal Governo Meloni in rappresentanza dell’Italia, potrebbe spettare una poltrona da vicepresidente esecutivo della Ue con delega all’economia. Un ruolo, si capisce, di peso. E si capisce, allora, l’astio di una sinistra italiana che si prepara a votare contro la sua nomina. Come riportato dalla stampa tedesca, la sinistra italiana sarebbe pronta a unirsi ai socialisti europei nella loro lotta contro le destre, preoccupati come sono che i risultati delle elezioni comunitarie possano avere sempre più rilievo all’interno dei consessi europei. E a cosa importa se, per un Paese storicamente indebitato come il nostro, una delega all’economia per il nostro commissario potrebbe essere una manna dal cielo. È un po’ la storia che si ripete per l’assegno unico, introdotto anche dal Pd con Draghi premier con i vincoli che adesso l’Europa e lo stesso Pd oppugnano: l’Europa per proseguire la sua deriva woke pro-migranti, il Pd soltanto per fare uno sgambetto alla destra. E chissenefrega se, così facendo, l’assegno unico troverebbe morte certa e agli italiani non arriverebbe più nemmeno un euro della misura: l’importante è ostacolare il governo e la destra, giusto?