“La notizia riportata stamattina da parte di alcune agenzie di stampa, sulla denuncia presentata da parte del presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate (Anvm) Emiliano Ciotti, ai carabinieri e alla Procura militare di Roma, per far luce su una foiba, denominata “pozzo spofondadoio”, situata nelle campagne del comune di Roccastrada in provincia di Grosseto, squarcia il muro di omertà creato ad arte per coprire le responsabilità dei partigiani. Per decenni gli abitanti di quei luoghi hanno sempre sostenuto in segreto la presenza di un luogo nel quale si sono svolti fatti atroci, ma per paura di ritorsioni, solo pochissimi sono riusciti a tramandare storie e ricordi che hanno sollecitato oggi un approfondimento e il ritrovamento di alcuni documenti storici”. A dirlo in una nota è Fabrizio Rossi, Deputato grossetano e coordinatore regionale Fratelli d’Italia Toscana. “Nella denuncia, si legge nella nota di agenzia, si richiederebbero accertamenti per verificare se effettivamente, dopo l’8 settembre del 1943, sarebbero stati gettate diverse persone, si parlerebbe di circa 40 o forse più, tra tedeschi, militari e civili italiani nella foiba roccastradina. Come più volte ho tenuto a precisare, i morti di qualunque parte essi siano, vanno sempre rispettati. E conoscere la verità è la priorità. Abbiamo tutti il dovere di raccontare cosa è veramente accaduto in quegli anni, per restituire ricordo e dignità alle vittime delle violenze, anche nel nostro territorio”, conclude Fabrizio Rossi.