La politica facile del Movimento Cinque Stelle sta tornando. Conquistata la Sardegna, il leader pentastellato Giuseppe Conte ha riscoperto una narrazione che agli italiani non è affatto mancata. “In ogni Regione che conquisteremo, andremo a rinforzare il Reddito di cittadinanza”: lo ha detto davvero l’avvocato del popolo, all’indomani del voto in Sardegna, a margine di un evento al Senato. L’obiettivo dei grillini non è dunque cambiato, la strenua difesa dell’assistenzialismo a tutti i costi non si è placata neppure dinnanzi ai tanti dati emersi negli ultimi mesi in merito al fallimento delle politiche dei bonus a cascata. A nulla servono, viceversa, i dati che confermano la bontà dell’eliminazione del Reddito di Cittadinanza e la sua rimodulazione nell’Assegno di inclusione, destinato soltanto a chi non è occupabile, previa una verifica di idoneità: una manovra, quest’ultima, che ha permesso di smobilitare il mercato del lavoro che, negli anni dei governi a trazione grillina, aveva conosciuto un vero e proprio stallo, creando nuovi posti di lavoro fino a raggiungere il record di occupati, mezzo milione in più in un anno, e facendo registrare un calo importante della disoccupazione. I grillini sembrano ormai sordi e ciechi davanti ai dati empirici: secondo i pentastellati, non ci sono ragioni valide per bloccare lo sterile assistenzialismo da loro proposto negli ultimi anni. E quasi come un incubo (uno di quelli abbastanza costosi: 35 miliardi di euro in 4 anni), Conte riscopre il suo lato più demagogico, promettendo de facto sussidi per non lavorare coi soldi pubblici, coi soldi di chi, invece, lavora. Una misura riproposta nonostante il suo fallimento, nonostante sia venuta a galla la sua inefficacia, nonostante, al momento, non si sa quale potrebbe essere una sua ipotetica copertura finanziaria.
Nonostante, insomma, non si sappia come Conte possa voler mettere in atto a livello regionale una misura già bocciata a livello nazionale. Probabilmente, dunque, la proposta di Conte resterà nell’oralità, ma è evidente che non è mai stato abbandonato il suo metodo di fare politica, promettendo a tutti soldi pubblici come se piovessero dal cielo, sulla scia del “gratuitamente” urlato per tutta la campagna elettorale del 2022: Conte, in pratica, sembra ancora convinto che regalare soldi non suoi con bonus e sussidi vari, sperperandoli tra bonus monopattini e salari minimi, sia la strada giusta per a crescita della Nazione, malgrado l’effettivo risultato di certe politiche, purtroppo già sperimentate in passato, sia stato l’opposto. Il Reddito di Cittadinanza, l’ossessione di Conte, ora spaventa anche il Continente intero: “Arriveremo a un sussidio europeo” ha tuonato l’avvocato del popolo, con parole che suonano in realtà come una minaccia.
Guardate l’immagine sotto il titolo: vi da’ l’impressione di un personaggio intelligente?
Conte guarda lontano e pensa al suo futuro: cosa farà da luglio in poi quando registrerà la sonora trombata delle sue stelline alle elezioni europee? Sarà disoccupato e, poiché è del tutto allergico al lavoro, a qualsiasi lavoro (dire stronzate non è un lavoro!), cerca di tenere viva l’attenzione sul RdC. E poi si contraddice vistosamente: al pari di tutto lo zoo di sinistra è contrario all’autonomia differenziata ma lui propone il RdC regionale. Coerenza nella confusione. Celluline grigie ibernate!
L’angolo delle barzellette quando si parla di lui, la ricordate quella della Ferrari?
e quella delle facciate gratis?…
I disegni poi che pubblicate in capo agli articoli sarebbero adatti alla raccolta delle figurine
l’album delle barzellette e quello delle nefandezze se hai le doppie!
I politici sono immuni dal TSO? Se così non è, perché Conte è ancora a piede libero?