Follie e deliri in salsa renziana. Livore, invidia e bassezze in una grottesca interrogazione di Italia Viva verso Meloni

Quando la politica politicante del nulla produce solo immondizia. Giorgia Meloni finisce grottescamente nel mirino di Italia Viva. L’ultima sceneggiata dell’opposizione si traduce in due interrogazioni sulla “casa del premier e sui regali ricevuti”. Una vera follia. Per comprendere bene di cosa stiamo parlando è sufficiente dar conto delle parole del deputato Iv Francesco Bonifazi rivolte proprio alla presidenza del Consiglio. Nella prima interrogazione Bonifazi chiede di “verificare l’elenco dei regali superiori a 300 euro ricevuti dalla premier negli ultimi due anni e mezzo e di avere accesso agli atti per capire se la premier abbia restituito la differenza dei regali superiori a 300 euro che ha tenuto nella sua disponibilità”.
Nella seconda, il parlamentare fiorentino chiede di “conoscere se per l’abitazione della premier siano stati spesi denari pubblici e se la premier non ritenga di dover pubblicare l’elenco di tutti i fornitori, per evitare dubbi su conflitti di interesse e su eventuali regali ricevuti, superiori ai 300 euro consentiti”.

“Rancore, livore, invidia, ossessione, ignobili bassezze, pochezza morale degna del peggior populismo che a parole ripudiano: potremmo scorrere tutti i dispregiativi contenuti nel vocabolario per descrivere la scelta di IV di presentare, oggi nel giorno del suo compleanno, una interrogazione sui regali ricevuti dal presidente del Consiglio e sull’acquisto e sulla ristrutturazione della sua casa. Questa squallida mela avvelenata è firmata da Bonifazi, con una tempistica evidente: la disperata battaglia per un privilegio che IV ha fatto contro una norma chiara, inserita nella legge di Bilancio, che impone più trasparenza sui compensi che qualunque parlamentare riceva da Stati esteri”.

E’ un fiume in piena la senatrice Micaela Biancofiore nel replicare alla grottesca iniziativa dei pasdaran renziani. “Nulla di anormale in un paese normale, solo nella nostra nazione Renzi ha scatenato il suo giglio magico facendola passare per norma ad personam e ordinando di scatenare l’inferno su ogni respiro del Premier e della sua famiglia. Nulla di più falso, ma l’accidia riconosciuta del senatore di Rignano non lo ha fermato dal presentare un’interrogazione boomerang, come spesso accade, perché troppo facile sarebbe ricordargli la polemica sui Rolex d’Arabia, conclusasi poi, -ad onor del vero, proprio su suo dettato, positivamente. Un tentativo di character assassination dettato dalla depressione innanzi ai plurimi successi della Meloni e dalla nostalgia dei tempi e del potere fuggiti, che non lederà l’opinione che il popolo ha della Meloni e della sua ben nota onestà e semplicità di vita. Anche se il presidente del Consiglio non ha certo bisogno di suggerimenti, facendole gli auguri miei e del gruppo che Presiedo al senato per il suo 48esimo compleanno, mi permetto di consigliarle un passo della Divina Commedia che dalle parti di Firenze dovrebbero ben conoscere : “non ragionar di di loro ma guarda e passa”, conclude il suo j’accuse contro Renzi la presidente del gruppo Civici d’Italia, NM, UDC, MAIE.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

2 Commenti

  1. Auguriamo salute e forza d’animo a Meloni e al Governo, che vada avanti per non farci cadere governati da questa gentaglia il cui programma politico è unicamente la corsa alle poltrone per poter arraffare, nei modi più abietti e subdoli.

  2. Siamo alle solite: per riconoscere un politico di sinistra, al di là delle chiacchere che fa c’è un metodo infallibile: per la sinistra la lotta politica consiste nell’attacco personale all’avversario. Non nella confutazione di idee, programmi, azioni, no, questo è secondario, lo si fa in ogni modo e con ogni argomento più o meno fondato. Quello che conta è l’attacco personale.
    L’ha insegnato Stalin, maestro di tutta la sinistra, picconando il suo compare e rivale Trotski e ammazzando gli altri concorrenti.
    In tempi più recenti ci hanno provato con Berlusconi, con attacchi giudiziari e personali; sui muri e nelle piazze ne invocavano l’uccisione.
    E il buon Renzi, che voleva spacciarsi per il Tony Blair italiano (!), si è accodato subito.
    Tony Blair solo per il fatturato da pubbliche relazioni ed affari, ma un piccolo Stalin anche lui.
    Penso che la politica come odio per la persona fisica dell’avversario, alla moda dei trolls di internet, possa anche finire.
    Non tutti gli italiani sono cretini.

    Con affetto

    Alessandro

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