Disoccupazione a livelli ancora altissimi, soprattutto quando si parla di quella giovanile. Di contro l’allarme degli industriali, non si riesce a reperire forza lavoro.
Si tratta di un allarme sordo di cui non parla nessuno, la disoccupazione è altissima ma la soluzione almeno in parte, ci sarebbe.
Per i settori Ict la richiesta è altissima, come sta crescendo sempre di più la richiesta di personale esperto in cyber security, la richiesta di giovani ingegneri, che siano informatici o gestionali, è altissima. Quando si parla di Big Data tornano ad essere richiestissime anche vecchie lauree come Matematica e Statistica.
Inoltre l’allarme di Fincantieri “Nessuno vuole fare il carpentiere o il saldatore. Da noi si guadagnano 1600 euro al mese netti, ma i giovani continuano a fare rider per seicento euro mensili. Abbiamo lavoro per 10 anni, cresciamo ad un ritmo del 10% l’anno, ma sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare”, afferma Giuseppe Bono, partecipando a una tavola rotonda durante la Conferenza organizzativa della Cisl. L’argomento della discussione era proprio il “lavoro che cambia” e le parole dell’ad dell’importante azienda pubblica italiana della cantieristica navale, che ha invitato anche “i genitori ad invogliare i figli” verso certe scelte, colpiscono l’auditorio, l’opinione pubblica ma anche i politici e gli esponenti del governo.
La colpa però non è dei giovani, ma di chi questi giovani avrebbe il dovere di indirizzarli e accompagnarli, al passo di un mondo che cambia ma che in fondo rimane sempre lo stesso.
L’Italia ha bisogno di medici, infermieri, ma anche di matematici, operai, sarte specializzate. Entro il 2023 sono previste 48 mila nuove assunzioni e manca 1/3 degli specialisti in questo settore. L’alta moda ha bisogno di rimpiazzare tutta una serie di figure in grado di confezionare abiti che spesso diventano poi pezzi unici. Il settore della moda non è certo di riuscire a rimpiazzare tutta la generazione che oggi svolge questo mestiere e che a breve andrà in pensione. Unioncamere e Anpal hanno calcolato che da qui al 2022 serviranno 469 mila tecnici laureati nelle discipline STEM (Science, technology, engineering, mathemathics).
La cosa più incredibile è che a soffrire sono proprio i settori che spingono il PIL del Paese. Esiste un mismatch tra domanda e offerta di lavoro e attualmente la politica non sembra in grado di colmare il gap. Se le risposte del governo consistono nell’istituzione dei Navigator di strada da fare ce n’è ancora molta. Aumenta il lavoro povero, precario, stagionale. Abbiamo un tasso di occupazione, soprattutto femminile, tra i più bassi in Europa, ma il dato più preoccupante consiste nella percentuale di Neet: sul totale della popolazione tra 15 e 29 anni, è passata da 19% nel 2008 al 24,1% di oggi.