Nel quartiere San Lorenzo di Roma, in uno stabile divenuto zona franca, luogo di spaccio e teatro di violenze, Desirèe Mariottini è stata drogata e uccisa da un cocktail letale di stupefacenti somministrati da un branco di extracomunitari che l’ha stuprata per almeno 10 ore. Gli stessi che le hanno negato i soccorsi perchè “meglio lei morta che noi in galera“.
Non un mero caso di cronaca, ma un fatto insopportabile di una gravità inaudita che getta un’ombra di vergogna sull’intera Nazione; perchè nell’anno domini 2018, nel cuore della Capitale d’Italia, quanto accaduto è assolutamente inaccettabile.
Eppure ieri, ai funerali di Desirèe a Cisterna di Latina, la Politica non c’era, tranne una persona: Giorgia Meloni. Lei, donna e madre, come ben la racconta Francesco Storace sul suo blog, era presente per dire un semplice “a Dio Desirèe” senza speculazione alcuna, senza straparlare, perchè in casi del genere, chi riveste un ruolo pubblico come la Meloni e come lei ha l’umanità di far sentire la propria presenza, sa bene che basta quel semplice gesto.
Ma le assenze pesano. Quella della sinistra ad esempio. Promotrice della cultura della droga e di una ideologia lassista che la stessa Meloni in una accorata lettera a Libero Quotidiano ha accusato di essere stata colpevole per ben quattro volte della morte di Desirèe, sommate alla prima, avvenuta per mano dei barbari violentatori. Ma addirittura, si permette qualcuno dei peggiori esponenti di questa sinistra di derubricare addirittura il tragico accaduto al banale caso di “una drogata che se l’è cercata”. Alla faccia del “restiamo umani”.
E fa ridere con amarezza l’assenza delle femministe, dei Saviano, delle Boldrini o del movimento “meetoo” divenuto in questo adesso “bequiet“, ma la comprendiamo perchè intervenire, presenziare, occuparsi del caso di gravissima violenza su una donna come Desirèe, ad opera di extracomunitari in un fortino della droga, significherebbe distruggere il castello di carta buonista costruito sul mito dell’accoglienza dei migranti senza regole o limiti di sorta.
Assente inoltre una rappresentanza politica dello Stato, il Governo, a cui si è appellato disperatamente il parroco durante l’omelia, affinchè si impegni “contro ogni forma di violenza senza aspettare che questa esploda e che si ripeta ciò per cui oggi stiamo piangendo“.
E allora dedichiamo un grazie a Giorgia, perchè mentre quasi tutti scappavano impauriti da quel feretro bianco con tutto ciò che rappresenta, lei c’era, tra la folla, da rappresentante delle Istituzioni, mamma e italiana.