“Il piano era quello che era stato già preventivamente concordato anche sulla esperienza maturata nel passato. Si tratta di percorsi blindati dove l’impego di unità delle forze dell’ordine è assolutamente massiccio, il che ci consente di poter tenere tutto sotto controllo, perché abbiamo la presenza di centinaia di migliaia di pellegrini e di fedeli, e circa 11mila unità e alcune sono state richiamate anche dalle ferie o permessi, proprio per dare particolare forza al piano di sicurezza che deve consentire regolare svolgimento delle esequie”.
Lo ha detto il ministro della Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ai microfoni di Rtl 102.5.
“Si parla dell’arrivo di 170 delegazioni straniere, – ha continuato Musumeci – ricordiamoci che con il funerale di Papa Wojtyla a Roma si mobilitò una presenza di pellegrini che superava il milione di unità fra quelli presenti in piazza San Pietro e quelli nelle zone adiacenti. Utilizziamo il riferimento più recente per poter costruire un piano di sicurezza capace di rispondere alle esigenze. Sul numero di arrivi per i funerali non è possibile fare stime, continuano ad arrivare pellegrini e fedeli, non sappiamo quanti arriveranno da Italia ed estero, possiamo dire che superiamo il milione con una certa sicurezza”.
“Più che preoccuparsi bisogna occuparsi e neutralizzare sulla carta e sulla parte operativa ogni tentativo di disturbo, ma tutto quello che si poteva fare è stato fatto e predisposto – ha aggiunto Musumeci -. Bisogna essere ottimisti. Il contesto geopolitico è assai complesso e l’Italia resta la culla della cristianità, il cuore. E’ chiaro che l’attenzione di tutto il mondo è puntata su Roma e il Vaticano”.
“In questo momento ci stiamo muovendo in due campi: quello delle date certe e di quelle presunte. Le prime legate alle esequie di Sua Santità, le seconde all’arrivo del suo successore”. Così, a sua volta , Fabio Ciciliano, capo del Dipartimento della Protezione civile, “Stiamo analizzando i flussi di fedeli in arrivo in Italia e a Roma — sulle strade, sui treni, in aereo e in nave — con una particolare attenzione per gli arrivi dal Sud America, soprattutto dall’Argentina. Monitoriamo il numero di persone che si spostano nel nostro Paese per adeguare le misure di accoglienza e gestione da parte del nostro Comitato operativo”, spiega Ciciliano, che alla domanda su quanti operatori siano in campo risponde: “Diverse migliaia, provenienti da tutte le regioni. Stanno dando un contributo eccezionale: è un momento importante e tutti devono contribuire”.