Voce, spazio, partecipazione. Sono stati queste, in breve, le parole chiave di questo ultimo G7 presieduto dall’Italia e da Giorgia Meloni. Un G7 che ha colpito non solo per la fermezza del suo leader, che ha saputo far valere le proprie proposte mettendole al centro del dibattito; non soltanto per alcuni storici risultati raggiunti, uno su tutti l’accordo sui 50 miliardi di euro destinati all’Ucraina derivanti dai beni russi immobilizzati, sui quali l’Europa lavorava da tempo, dando l’Italia, anche in questo caso, un apporto fondamentale. L’ultimo G7 ha colpito i media e i leader di tutto il mondo per la sua larga partecipazione. Più volte infatti Meloni ha voluto sottolineare come il summit più importante del mondo non debba essere una sorta di enclave di pochi scelti, ma un organo che deve aprirsi alle necessità di tutti gli attori in campo: “Il G7 – ha spiegato Giorgia Meloni all’inizio dei lavori – non è una fortezza chiusa in se stessa che deve difendersi da qualcuno, ma un’offerta di valori che apriamo al mondo per avere come obiettivo uno sviluppo condiviso”.
Dialogo e partecipazione: così al summit hanno partecipato numerosi leader di Paesi terzi, dall’Argentina all’India, dalla Turchia al Brasile, fino ad arrivare alla prima storica partecipazione di un Pontefice, Papa Francesco, ai lavori del G7. Un’apertura che è stata riconosciuta dai media esteri (poco da quelli italiani) e soprattutto dai leader che hanno partecipato al summit. L’elogio maggiore verso il Presidente del Consiglio arriva tuttavia da Akinwumi Adesina, presidente della Banca Africana di Sviluppo: “Grazie mille – ha fatto sapere Adesina su X – al Primo Ministro italiano Giorgia Meloni per avermi invitato al vertice dei leader del G7. Avete spostato il G7 da VIP a VSP: “Voce”, “Spazio” e “Partecipazione”. L’inclusività era profonda. L’Africa è stata sempre in cima all’agenda! Grazie mille”.
Parole che non è possibile contraddire. L’Africa, infatti, è stato uno dei temi più sviluppati nel corso dei lavori, proprio per volontà del Presidente del Consiglio italiano. Giorgia Meloni ha introdotto per la prima volta nella storia del G7 il tema dell’immigrazione clandestina, ad oggi la fonte di guadagno più redditizia delle organizzazioni criminali. In più, ha sottolineato l’esigenza di portare investimenti e sviluppo nelle terre africane, da un lato per risolvere la questione migratoria, consentendo a chi parte di restare nella proprio Patria, dall’altro per permettere uno sviluppo delle proprie risorse. Di qui l’intenzione di sostenere l’Italia nel suo Piano Mattei. E infine l’impegno di vedere l’ingresso di una rappresentanza africana all’interno del G20. Insomma, il pluralismo passa anche da questo: non lasciare nessuno indietro e consentire a tutti di essere rappresentanti e di avere sviluppo. Questa l’intenzione di fondo di Giorgia Meloni, specialmente in questo G7, e ben compresa da Adesina.