“Se l’accoltellamento del capotreno a Genova non fosse l’ennesimo atto di una violenza inaudita a danno di un cittadino italiano, verrebbe da ironizzare sulle possibili conseguenze legali per il lavoratore di Trenitalia. Premessa tutta la mia solidarietà al ferito e a tutti i suoi colleghi che rischiano la vita nel chiedere il biglietto a certi passeggeri e ringraziando Dio che il capotreno sembra essere fuori pericolo, rimane il dubbio che in questo momento ci possa essere un magistrato che si stia ponendo il dubbio che chiedendo il biglietto al signor accoltellatore Fares Kamel Salem Alshahhat, il capotreno possa averne violato il legittimo diritto alla privacy. D’altra parte in queste ore un solerte magistrato ha sentenziato che l’Egitto non è un Paese sicuro per rimpatriare i clandestini e quindi il gentile accoltellatore egiziano possiamo sentirci rassicurati che non verrà esposto al rischio di dover scontare la pena in un carcere della sua terra d’origine. Quindi nella migliore delle ipotesi, escluso che il capotreno abbia violato la privacy del signor Alshahhat ed eventualmente condannato il feritore, il mantenimento nelle nostre carceri sarà a spese dei contribuenti italiani, gli stessi che ancora pagano il biglietto quando salgono su un treno”.
Così in una nota l’On. Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia