È finito malissimo l’anno per la Germania, alle prese da mesi con gli effetti di una immigrazione totalmente incontrollata. Settimane fa, l’attentato islamista commesso a Solinghen aveva riaperto il problema sicurezza all’interno dei confini tedeschi. Problema che, a dire il vero, non si era mai placato e che riguarda tutti i Paesi dell’Europa occidentale. Non meno l’Italia, che però ha sempre dimostrato di riuscire a garantire una buona sicurezza e di non essere l’obiettivo principale dei terroristi.
Il problema ora si è ripresentato, fortissimo, a Berlino. Nella mattinata di ieri, 31 dicembre, un uomo ha accoltellato dei passati. Si tratta di un siriano residente in Svezia. Aveva rubato un coltello in un supermercato e all’esterno ha aggredito alcune persone, in pieno giorno, in una zona piuttosto tranquilla della città, nei pressi del castello di Charlottenburg. L’aggressore è stato bloccato soltanto dalla folla di passanti che l’ha travolto. Secondo le prime ricostruzioni delle autorità, non si tratterebbe di attentato terroristico: “I primi accertamenti indicano che il sospetto potrebbe avere segni di malattia mentale e che non ci sono indicazioni di una motivazione terroristica” ha spiegato la portavoce della polizia Jane Berndt all’Associated Press.
Poche, d’altronde, le testate giornalistiche che hanno rilanciato la notizia, rispetto al ben più grave – questo va detto – attentato accaduto a Magdeburgo il 20 dicembre, di fronte ai mercatini di Natale. Con diversa prontezza, i media hanno rilanciato l’ennesima aggressione che, stando ai fatti, pur se le fonti spiegano diversamente, ha i soliti connotati di tutti gli altri accaduti in passato: un immigrato islamico che cerca di uccidere altre persone nell’odiato periodo natalizio. A Magdeburgo, i giornali progressisti furono prontissimi a lanciare l’allarme non appena si seppe che l’attentatore si dichiarava un fan dei partiti di destra e di Elon Musk, malgrado i fatti parlassero di tutt’altro: forse una copertura per mascherare le sue reali intenzioni.
Il problema sicurezza resta molto elevato in Germania, dove con colpevole ritardo si sono accorti che la situazione non era affatto delle più rosee. Dopo Solinghen, il governo del cancelliere tedesco Olaf Scholz, forse più nel tentativo di accalappiare consensi nelle fasce di popolazione stufe di una tale degenerazione all’apparenza infermabile, ha tentato una stretta forte contro l’immigrazione clandestina. Ha rimpatriato diverse persone senza farsi problemi sulla sicurezza dei loro Paesi di origine (per alcune di loro è stato prenotato un volo di sola andata per il regime dei talebani in Afghanistan) e senza che la magistratura tedesca insorgesse… Ha annunciato una stretta sui confini, barricandosi contro i flussi provenienti da est, senza che la sinistra alzasse più di tanto la voce. Ma forse non è ancora abbastanza: anni e anni di ingressi senza particolari limiti stanno adesso provocando gli esiti più dannosi per la società tedesca ed europea. Anche e soprattutto per questo è bene – dovrebbe essere inutile dirlo – prestare attenzione a chi entra in casa nostra, come ogni buon padre di famiglia farebbe per tutelare i propri figli.