CI siamo occupati di lei tempo fa, Giada Giunti è una professionista romana del settore televisivo che da cinque anni combatte alacremente per poter riabbracciare suo figlio. Le è stato sottratto il 15 dicembre 2016 – prelevato “come fosse un criminale” ci racconta, con la mobilitazione di 8 poliziotti per essere portato in casa famiglia e poi dal luglio 2019 ricollocato e affidato al padre, l’uomo che la donna aveva denunciato per violenza domestica e che anche la CTU riconoscerebbe avere una personalità fortemente problematica. La denuncia viene tuttavia archiviata e si trasforma in accusa di calunnia contro Giada, sebbene il contenuto della denuncia a quanto pare sarebbe stato confermato dal bambino stesso, anche durante gli ascolti videoregistrati dal CTU.
Dopo l’ennesimo mancato accoglimento del suo procedimento giudiziario, Giada, che da anni combatte con tutti mezzi, dai sit-in allo sciopero della fame, ha deciso di manifestare giorno e notte a Montecitorio con un cartello dove si legge “mi avete strappato il cuore”. Non si arrende Giada, anche suo figlio chiede di poter tornare a vivere con lei, ma la volontà dell’ormai ragazzino di 15 anni continua a non essere ascoltata.